I Sinistrati

By on Nov 9, 2016 in Comunicazione

Adesso dicono che è un problema di comunicazione. Ma la “comunicazione”, che a me piace chiamare con il suo nome vero: ars retorica, ovvero la composizione e la disposizione del discorso, senza contenuti è un sacco vuoto. Non sta in piedi. Dove vado a parare? Ad esempio all’intervento di Slavoj Zizeck, il professore universitario sloveno divenuto “teorico della sinistra”. Nell’intervento su “La Repubblica” di lunedì 7 novembre sostiene che è “meglio votare lui così la sinistra si sveglia”. “Lui” è Donald Trump. Sembra passato un secolo ma è solo l’altro ieri. Il ragionamento di Zizeck è da incorniciare (e infatti intendo conservalo a futura memoria). Un esempio perfetto di sillogismo tafazziano all’insegna di quel “tanto peggio, tanto meglio” tipico della sinistra infantile che pensavamo morto e sepolto cinquant’anni fa. Al di là del chiedersi con Zizeck o senza Zizeck cosa diavolo sia...

Il mio nome è Zimmermann, Robert Zimmermann

By on Ott 14, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

L’ex-corta che mi somiglia non è d’accordo. D’altra parte lei si occupa di storia della letteratura da professionista. Prevedibile che il Nobel a uno che scrive canzoni non le andasse giù. “Sono una conservatrice lo sai”, mi whatsappa scherzando ma non troppo. Ma stavolta i vecchioni scandinavi l’hanno fatta grossa: il tema è (finalmente) interessante e pure assai scivoloso; giusto oggi ho postato un commento su Facebook cannando la motivazione data da Stoccolma (“ha creato una nuova poetica espressiva all’interno della grande tradizione canora americana” pare sia quella giusta) subito affettuosamente redarguito per l’inesattezza della mia affermazione. La domanda che a questo punto mi frulla nella testa sono ben due: cos’è la letteratura e, assai meno rilevante, cos’è un Nobel (per la Letteratura). Sulla prima, ho due o tre idee che largo circa hanno a che fare con la dialettica...

Bandiera bianca

By on Ott 13, 2016 in Comunicazione

Com’era facilmente prevedibile, la “campagna referendaria” dilaga occupando progressivamente tutti gli spazi, Col risultato che i fatti, ovvero la riforma in sé e per sé, appaiono sempre più sfocati e lontani e gli eserciti del Sì e del No ingrossano le loro fila di sempre più improbabili predicatori. Anche i pochi luoghi di norma riparati come “Otto e mezzo”, sono ormai stabilmente presidiati da conversatori che un tempo avremmo benevolmente collocato nella categoria bar sport. La tracimazione iniziata dalla tv prosegue in radio, conquista gli spazi digitali, Facebook in primis, e staziona stabilmente sulle prime pagine dei quotidiani: quanto appare lontana, irraggiungibile, la data del 4 dicembre… Il direttore di Repubblica, non contento di aver giubilato Adriano Sofri e dato libero sfogo a Concita De Gregorio – la giornalista che riuscì a trasformare l’Unità, il quotidiano...

Pensare solo ai soldi non è una buona idea

By on Set 28, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

“Occidente senza utopie” (“Il Mulino”, 11,9 euro) è il lavoro di Massimo Cacciari (filosofo) e Paolo Prodi (storico) dedicato all’Europa. In spiccioli, la tesi sostenuta dagli autori è che sbiadito ogni progetto utopico, il declino del nostro continente non deriva solo dalla corruzione delle regole e delle istituzioni, ma quale “conseguenza di una crisi di civiltà”. Parola questa che da sempre (Krisis, Saggio sulla crisi del pensiero negativo da Nietzsche a Wittgenstein, Feltrinelli, 1976) agita la mente Cacciari. Forse perché non sono uno storico e neppure un filosofo di professione, provo un’istintiva diffidenza per espressioni quali “crisi di civiltà” e “fine della storia”. Penso che la (comunque difficile) comprensione dei caratteri di un’epoca – età, stagione o civiltà –  richieda un minimo di distanza, come se i milioni di fatti che costituiscono l’insieme della realtà presa in...