Adesso che la storia infinita sembra stia per finire, e la folla dei gioiosi revenant si accomoda sugli strapuntini televisivi, mi ritorna in mente una storia di tanti anni fa. Sul finire dei ruggenti ’70 il sottoscritto, fresco di laurea e in cerca di un destino più che di un’occupazione, faceva il garzoncello in una piccola ma agguerrita società di consulenza. Uno dei primi lavori riguardava l’organizzazione di una convention di vendita per un brand di largo consumo; il garzonato consisteva nel supportare il lavoro di un consulente anziano di indubbio sapere e competenza ma dal carattere abbastanza sgradevole. Erano gli anni in cui l’advertising nella costruzione dei commercial sperimentava (o faceva finta di) nuovi linguaggi e nuovi schemi narrativi. Uno di questi, indubbiamente tra i più divertenti, prevedeva l’adozione della comicità surreale supportata da interpreti di grande...