A proposito di Facebook

By on Nov 24, 2016 in Comunicazione

Per lungo tempo ho abitato FB per dovere di ruolo con la beata ingenuità di chi è convinto di condividere il proprio diario solo con gli amici e con i conoscenti veri. Come sarebbe poco credibile un macellaio vegano, così lo è un comunicatore senza profilo social, e quindi avevo aperto il mio bravo account in chiaro. Confesso che già allora ero orripilato da gattini e fregnacce, anniversari e ricorrenze, ma riuscivo a contenermi e l’apertura delle pagine avveniva su blande frequenze quindicinali. Poi FB è cambiato. E sono cambiato pure io. Nel senso che il social più diffuso al mondo è diventato uno specchio del mondo irrinunciabile ormai anche per le imprese. Da social personale (e diciamolo: pure assai cazzaro) è diventato molto più di Linkedin il posto ideale (va be’, “ideale” tra virgolette) per le aziende. Il perché è più semplice di un sillogismo di Salvini: su FB trovi qualunque...

Cave ab homine unius libri

By on Nov 14, 2016 in Comunicazione

Ieri sera l’ospite da Fazio era un giovane uomo alto, bello e vigoroso, il front man dei Coldplay. Un perfetto rappresentante di eurasian way of life, al cui fascino non ha saputo sottrarsi il sempre più imbarazzante Fazio, il quale tra un salamelecco e l’altro chiede al sempre sorridente Chris Martin dei suoi studi di latino. “Oh sì”, risponde largo circa il cantante, “Quindici anni buttati via!”. Boato entusiastico del pubblico e scodinzolamenti incontrollati del povero Fazio, il quale invece di rammentare ad entrambi – cantante e pubblico – la straordinaria e a quanto pare immeritata fortuna formativa toccatagli, ammicca collusivo e apologetico alla popolarità dell’ignoranza. Il giorno prima mi ero imbattuto in un’intervista di Tullio De Mauro, decano dei linguisti italiani. Tra le molte cose acute dette con intelligenza spiritosa (il che non è né frequente, né scontato) De...

I Sinistrati

By on Nov 9, 2016 in Comunicazione

Adesso dicono che è un problema di comunicazione. Ma la “comunicazione”, che a me piace chiamare con il suo nome vero: ars retorica, ovvero la composizione e la disposizione del discorso, senza contenuti è un sacco vuoto. Non sta in piedi. Dove vado a parare? Ad esempio all’intervento di Slavoj Zizeck, il professore universitario sloveno divenuto “teorico della sinistra”. Nell’intervento su “La Repubblica” di lunedì 7 novembre sostiene che è “meglio votare lui così la sinistra si sveglia”. “Lui” è Donald Trump. Sembra passato un secolo ma è solo l’altro ieri. Il ragionamento di Zizeck è da incorniciare (e infatti intendo conservalo a futura memoria). Un esempio perfetto di sillogismo tafazziano all’insegna di quel “tanto peggio, tanto meglio” tipico della sinistra infantile che pensavamo morto e sepolto cinquant’anni fa. Al di là del chiedersi con Zizeck o senza Zizeck cosa diavolo sia...

Il mio nome è Zimmermann, Robert Zimmermann

By on Ott 14, 2016 in Comunicazione, Contemporaneità

L’ex-corta che mi somiglia non è d’accordo. D’altra parte lei si occupa di storia della letteratura da professionista. Prevedibile che il Nobel a uno che scrive canzoni non le andasse giù. “Sono una conservatrice lo sai”, mi whatsappa scherzando ma non troppo. Ma stavolta i vecchioni scandinavi l’hanno fatta grossa: il tema è (finalmente) interessante e pure assai scivoloso; giusto oggi ho postato un commento su Facebook cannando la motivazione data da Stoccolma (“ha creato una nuova poetica espressiva all’interno della grande tradizione canora americana” pare sia quella giusta) subito affettuosamente redarguito per l’inesattezza della mia affermazione. La domanda che a questo punto mi frulla nella testa sono ben due: cos’è la letteratura e, assai meno rilevante, cos’è un Nobel (per la Letteratura). Sulla prima, ho due o tre idee che largo circa hanno a che fare con la dialettica...