Pensieri autonomi

By on Gen 23, 2017 in Comunicazione, Filosofia

Già dalla prefazione si comprende che Maurizio Ferraris dev’essersi divertito più che abbastanza nello scrivere “L’imbecillità è una cosa seria” (Il Mulino, 12 euro). L’ironia, la capacità di unire registri diversi esplorando la cultura “alta” e quella “bassa”, in questo perfetto sodale di Eco, rendono estremamente stimolante la lettura anche dei suoi scritti più ostici. Teorico del realismo positivo (“È banale dirlo, ma conviene non dimenticarlo: è la realtà che salva, non l’illusione”) insegna Filosofia teoretica all’Università di Torino dove dirige il Laboratorio di ontologia). Ferraris sostiene che “ogni epoca ha i suoi tromboni, così come ha i suoi bugiardi, i suoi furfanti, e ovviamente i suoi imbecilli”. Impossibile dargli torto: e infatti l’agile volumetto mette insieme una quantità di imbecillità assortite dove, ad esempio, Popper è in buona compagnia insieme a Rousseau...

Il pensiero solido del mondo liquido

By on Gen 11, 2017 in Comunicazione

L’apparentemente inspiegabile successo di Zygmunt Bauman in questi giorni sulla Rete – citato “come una pop star” scrivono – è in realtà assai facilmente spiegabile. Il filosofo di origine e scuola polacca (incredibile quanti pensatori di valore abbia donato al Novecento questo piccolo e sciagurato paese) ha personificato il grande e inesausto bisogno di padri in un’epoca come la nostra che i padri (e in generale le figure guida) prima le ammazza e poi ne piange il vuoto. Un ruolo, quello di Bauman, temo vissuto attraverso la sua figura di meraviglioso anzianissimo piuttosto che grazie ai suoi scritti; dubito fortemente che siano molti coloro i quali siano giunti in fondo alle sue opere (parliamo di 500.000 copie complessivamente vendute in Italia) difficili e complesse come sempre accade ai lavori di valore: siamo un paese di bevitori d’etichette, sicché altrettanto temo accada con i...

La giovinezza del Generale De Gaulle

By on Dic 20, 2016 in Comunicazione

Ancora a proposito di comunicazione, il solo baluardo contro l’odio. Le bufale più pericolose, le notizie inesatte se non del tutto false, sono quelle diffuse da giornale (da una fonte) autorevole. Lo spiega un articolo del mai abbastanza elogiato Post.it. La spiegazione è semplice e, una volta tanto, persino intuitiva. Se può essere facile per il lettore avveduto non cadere nella trappola di testate (invento) tipo “Famiglia pagana”, “Donna antiquata” piuttosto che “Il matto quotidiano”, dove già nel titolo si palesa la fakkaggine, più arduo è scoprire la puttanata se a servirvela in tavola è, poniamo, il Frankfurter Allgemeine piuttosto che il New York Times. Eppure accade più frequentemente di quanto si pensi. Lasciando stare la malafede e le manie da complotto, la ragione va cercata nel taglio dei costi delle redazioni e nella fretta; bisogna produrre di più (più notizie) per più...

Cacca?

By on Dic 11, 2016 in Comunicazione

Nel corso di un’intervista al quotidiano cattolico belga Tertio, Papa Francesco ha dichiarato che i media devono essere “limpidi, molto trasparenti, e non cadere nella malattia della coprofilia, che è voler sempre comunicare lo scandalo, comunicare le cose brutte, anche se siano verità. E siccome la gente ha la tendenza alla malattia della coprofagia, si può fare molto danno”. Il Papa ha poi criticato aspramente persone e media che puntano a esaltare lo scandalo attraverso la disinformazione. Dunque i media coprofili, ovvero gli amanti dello sterco, servirebbero piatti fumanti ai coprofagi, ovvero i mangiatori di sterco. Un’accusa tutt’altro che infondata anche se parziale. Nonostante l’impegno profuso da molta stampa italiana, nell’attività coprofila i media “ufficiali” contano infatti sempre meno; basti pensare che la gara di vendita tra “Corriere” e “Repubblica” segna continui...