Il “MeToo” del Procuratore

By on Mag 8, 2018 in Comunicazione, Contemporaneità

La notizia potrebbe far sorridere. Eric Schneiderman, il procuratore generale di New York, che sposò la causa del #MeToo e fece causa ad Harvey Weinstein citando pure la sua società per non aver tutelato le dipendenti, è a sua volta accusato di abusi sessuali. Lui nega: “Sono stati giochi di ruolo consenzienti”. Le signore, quattro, sostengono di essere state picchiate (pure ripetutamente). Senza il loro consenso, beninteso. Una di esse sostiene anche di essere stata minacciata di morte se avesse interrotto la relazione. Ma quanto tempo libero e quante energie questi americani, verrebbe da dire. Sto (lentamente) leggendo un libro mirabile di Steven Pinker, cervellone del MIT. Si intitola “Il declino della violenza”, Mondadori, una mappazza di 885 pagine note comprese che a dispetto della mole (pesantezza mezza saggezza?) pagina dopo pagina si rivela essere lettura straordinaria....

Cari fanatici

By on Ott 17, 2017 in Comunicazione

Sto leggendo “Cari fanatici” di Amos Oz, seguito ideale di “Contro il fanatismo”. Non è l’opera di uno specialista e neppure un manuale; sono riflessioni che l’autore ormai ottantenne dedica ai propri nipoti. Eppure l’ambizione è altissima: nella prefazione si augura di riuscire a “… catturare l’attenzione di coloro che la pensano diversamente da me”. (A proposito dello sforzo di Oz, non è forse inutile ricordare come l’attenzione e la memoria siano i mali della nostra epoca; nel senso che l’attenzione latita, e la memoria collettiva è ormai quella di un pappagallino. Eppure ci fu un tempo (non molto tempo fa) in cui il compito della retorica – ovvero l’arte della persuasione attraverso l’argomentazione – era quello di servire la politica intesa quale arte della polis, cioè dello stare...

L’uomo di Omaha padrone del tempo

By on Ott 8, 2017 in Comunicazione

Non so niente di Borsa, e ignorando l’immagine fantastasmatica è quella di un luogo oscuro e minaccioso dal quale conviene stare alla larga. L’ultimo rapporto risale a una trentina d’anni fa; avevo quattro spicci e con l’aiuto di un solerte promotore finanziario si sono volatilizzati che neanche la luce. Una conferma della Prima Legge della Borsotica (“il capitalismo è il sistema più efficace per separare gli imbecilli dal loro denaro“) testimoniata quotidianamente dal dilagare dei cazzabbubboli per fare trading on-line comodamente seduti sul cesso di casa. Inutile forse dire che di Warren Buffet sapevo le cose che sanno tutti, cioè monate: è nato in Nebraska, il suo fondo ci ha il nome stravagante di una contea del Regno Unito, è il secondo uomo più ricco al mondo, ha 87 anni, gli sta sulle balle Donald, e ai suoi tre figli ha già annunciato che...

Cucciolo d’uomo?

By on Lug 1, 2017 in Comunicazione

Il mio amore per Renzi è tardivo. E come gli amori dell’età adulta, serenamente critico. Proprio perché gli riconosco il coraggio di cui è invece fisiologicamente priva una classe “dirigente” impegnata solo a durare, non gli perdono (non gli perdono più) errori di comunicazione grandi come autobotti. La comunicazione – aziendale, pubblicitaria, istituzionale, politica – è sempre il risultato di una riflessione, di un pensiero. Razionale, coerente, progettuale; oppure, come avviene purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi, dettato dalla pancia. O peggio da consigliori modesti sino all’inadeguatezza. La comunicazione politica è, molto spesso, strumentale. E’ inevitabile. Non mi scandalizzo, è ovvio sia così. Il messaggio che Renzi ha sentito la necessità (il dovere?) di esprimere sul bambino inglese malato senza speranza, mi ha sbigottito. Credo e spero sia stato mal consigliato,...