Carlotta canta. Speranza suona.

By on Set 4, 2020 in Comunicazione

Niente più pubblicità in tv grazie alle piattaforme streaming. Una liberazione, certo: la qualità dei nostri commercial fa rimpiangere persino le più stucchevoli storielle di Carosello, ma anche un limite per chi fa un mestiere come il mio. L’altra sera ho però pigiato il tasto sbagliato. Invece di Netflix sono finito sulla 7, il canale di proprietà di quel signore che in redazione qualcuno ha soprannominato – non si sa se per via della statura fisica o di quella imprenditoriale – “editorino”.

Fortuna vuole che in quel momento girasse lo spot Amazon. Quello della signora appesantita dall’età che sfaccendando lenta tra gli scaffali dei pacchi ringrazia l’azienda per averle dato un’altra possibilità che nessuno credeva fosse (ancora) possibile. Per una della sua età, implicitamente priva qualsivoglia competenza specialistica. Dal tinello al muletto a mano, insomma. Ma lentamente, garbatamente, serenamente: diamine, mica penserete che i ritmi del picking siano frenetici vero? Quant’è buona Amazon che offre lavoro. Quant’è solida e consistente la responsabilità sociale che esprime: anche una cinquantenne condannata altrimenti a ciabattare in cucina può avere un’opportunità.

Vivere al tempo del Corona è senza dubbio interessante, giusto per citare una sorniona maledizione ebraica. Tra aziende che catastrofizzano e altre che non hanno la più pallida idea di come campare, chi invece continua a fare un sacco di soldi sono i soliti noti della new-new-economy, quelli che si guardano bene dal pagare le tasse dove fanno i profitti. Sono aziende modernissime, algoritmiche che più non si può. Tutta un’intelligenza così intelligente che ha persino imparato un’arte del secolo scorso che si pensava smarrita con la scomparsa delle grandi conglomerate. Quell’arte sopraffina fatta di case, asili, mense e colonie aziendali, quella presa in carico dalla culla alla tomba che faceva sentire le maestranza accudite e protette, quasi in famiglia (“Silenzio, bambini! Le amiche – bambini, fate pian piano! Le amiche provano al piano un fascio di musiche antiche”.)

Quell’arte, quella sapienza gerarchica prediletta dal professor Valletta il dominus della Fiat anni ’50, aveva anche un nome dolce e antico come le musiche di nonna Speranza. Si chiama paternalismo, signor Bezos, paternalismo.

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