Cari fanatici

By on Ott 17, 2017 in Comunicazione

Sto leggendo “Cari fanatici” di Amos Oz, seguito ideale di “Contro il fanatismo”. Non è l’opera di uno specialista e neppure un manuale; sono riflessioni che l’autore ormai ottantenne dedica ai propri nipoti. Eppure l’ambizione è altissima: nella prefazione si augura di riuscire a “… catturare l’attenzione di coloro che la pensano diversamente da me”.

(A proposito dello sforzo di Oz, non è forse inutile ricordare come l’attenzione e la memoria siano i mali della nostra epoca; nel senso che l’attenzione latita, e la memoria collettiva è ormai quella di un pappagallino. Eppure ci fu un tempo (non molto tempo fa) in cui il compito della retorica – ovvero l’arte della persuasione attraverso l’argomentazione – era quello di servire la politica intesa quale arte della polis, cioè dello stare insieme).

Chi sono i fanatici lo sappiamo tutti: quelli che picchiano, quelli che sparano, quelli che si fanno esplodere per “una buona causa” (dicono loro). Errore. Quelli (che picchiano, sparano e si fanno saltare in aria) sono i premi Oscar del fanatismo, artisti consumati dell’imbecillità. Poi ci siamo noi, i dilettanti del fanatismo, quelli che in perfetta buona fede neppure se ne accorgono. Tutti noi, almeno una volta l’anno; tutte le volte che siamo privi di immaginazione e di senso dell’umorismo. Accade quando smettiamo di immaginare il mondo interiore – le idee e le emozioni – dell’altro, avverte Oz. Accade (parlo per me) ogni qualvolta divento predo dell’ideologia e non della ragione. Che è anche la capacità di vedere la ragione dell’altro.

Una piccola storia di fanatismo riguarda Carlin Petrini e gli ogm. Come non voler bene, non essere grati, a Petrini e al suo straordinario impegno? Ha creato da zero una cultura e un movimento. Un movimento e una cultura; le due cose non le troviamo spesso insieme anche se dovrebbero. Come non seguirlo fideisticamente a priori? Eppure sugli ogm quest’uomo affascinante quanto illuminato ha torto marcio peggio di una pera matura. L’ho capito, tardi e a fatica, grazie a quella sgobbona della Cattaneo che pazientemente ha spiegato le ragioni della scienza: meglio, la sensatezza della scienza quando l’obiettivo è sfamare 7 miliardi di umani senza necessariamente fottersi il futuro.

Sono stato fanatico? Peggio: mi sono iscritto mio malgrado ad una chiesa, quella del “Luogo Comune del Settimo Giorno” (e pure degli altri sei). Perchè accade? Forse perchè pensare è fatica, e pensando si sbaglia. Tornando a “Cari fanatici”, la parola che più irrita Amos Oz è “irreversibile”. Penso abbia assolutamente ragione. La sola cosa irreversibile è la morte, non il mutare d’ opinione.