Analogie

By on Apr 2, 2024 in Contemporaneità

Un libro tira l’altro. E’ il caso di “Montaigne. L’arte di vivere” (Sarah Bakewell, Fazi Editore) scoperto passeggiando in quel lussureggiante orto botanico che è “Un secolo dentro l’altro” (Alfonso Berardinelli, Il Saggiatore). Ne ho già raccontato qui da qualche parte non mi ricordo più dove. Tornando a Montaigne, iniziamo a dire che scrivere su Montaigne è come scalare il K2 con le infradito. Diciamo che la Bakewell saltabecca elegante di cengia in cengia con la consistenza proteica di un pranzo pasquale napoletano: la sterminata bibliografia e l’altrettanto infinito apparato di note testimoniano l’accuratezza del suo lavoro preparatorio. “Montaigne. L’arte di vivere” racconta la vita e il pensiero di Michel Eyquem de Montaigne accompagnandoci nel secolo in cui ebbe la ventura di nascere: il terrificante Cinquecento francese delle guerre di religione. Cattolici e protestanti si...

Impara l’arte

By on Mar 23, 2024 in Comunicazione

Una breve considerazione sul (maledetto) mestiere della comunicazione. Per giorni, settimane, mesi, il mondo dei media si è vivacemente occupato della signora Catherine Elizabeth Middleton. Per giorni, settimane, mesi, sono state pubblicate non-notizie sotto forma di ipotesi, inferenze, congetture, supposizioni oscillanti tra un livello minimo di volgarità (è gravemente malata ma non ce lo vogliono dire) e uno massimo (è scappata con un amante). Ieri Catherine Elizabeth Middleton ci ha informato riguardo la sua salute. Ponendo (forse) fine al sabba di ipotesi, inferenze, congetture, supposizioni. Dopo 50 milioni di visualizzazione della foto malamente taroccata con photoshop, il mondo dei media saprà occuparsi d’altro? Nel frattempo, mentre i giornali agonizzano spiaggiati sulle sponde di edicole chiuse, gli editori dichiarano vendite digitali alle quali non crederebbe neppure l’Orso...

Note a margine di un film che non ho visto

By on Mar 12, 2024 in Contemporaneità

Non ho visto “La zona di interesse” e non ho intenzione di vederlo. Quel che dovevo sapere l’ho saputo leggendo recensioni d’autore. Magistrale quella di Wlodek Goldkorn (l’ho copia-incollata sulla mia bacheca fb). Non posso vedere “La zona di interesse” per la stessa ragione che mi preclude la vista de “Il pianista” di Polański e mi ha impedito di vedere per intero “La lista di Schindler”. Diciamo che come pare esista la sindrome di Stendhal e pure quella di Stoccolma, io soffro di quella da Shoah. Nel senso che ogni immagine, rievocazione, ricostruzione (proseguite voi) della più grande catastrofe della modernità mi risulta dolorosa al punto di impedirmi di andare oltre. Andare oltre, ecco il punto. E’ per questo che trovo disgustoso quando un adulto senziente – non quindi i piccini, i cui apparati critico-cerebrali sono ancora in via di formazione – definisce “genocidio” la...

Malattie senili

By on Mar 2, 2024 in Contemporaneità

Leggo oggi su “Repubblica” che Roberto Cenati, presidente dell’Anpi provinciale di Milano, ha annunciato le sue dimissioni. Non ho la più pallida idea di chi sia Roberto Cenati, nel senso che le sue scelte politiche mi sono perfettamente sconosciute. Condivido tuttavia sino all’ultima sillaba affermazioni come questa: “Il mio problema fondamentale è che non sono più d’accordo con linea di Anpi nazionale, mi dimetto sia dalla presidenza di Anpi Milano sia dal comitato antifascista, perché non mi riconoscono in questioni fondamentali, tra cui l’uso della parola ‘genocidio’ per quanto riguarda il popolo palestinese. Il 9 marzo Cgil e Anpi nazionale hanno convocato una manifestazione nazionale a Roma con lo slogan “impedire il genocidio”. Un termine che ha un significato ben preciso, dato che si intende sterminio pianificato a tavolino di un intero popolo. Cosa che non si può dire che...

Un giorno qualcuno ti chiederà

By on Feb 27, 2024 in Comunicazione, Contemporaneità, Scienze

Preambolo Così, un giorno qualunque – giusto nel momento in cui l’esaurirsi del dentifricio ci sorprende con lo spazzolino in mano – scopriamo che un numero incredibilmente grande di persone è convinta che la Terra sia piatta; e un numero ancora più grande che l’uomo non abbia mai posato piede sulla Luna. Disgrazie tutto sommato tollerabili come le piccole bugie degli anziani, se non fosse che fanno naturale corona alla più disgustosa diceria dell’untore: la Shoah come opera d’invenzione delle perfide menti ebraiche. Perché ciò accada resta un mistero. Forse perché la scienza è incomprensibile? La scienza genera angoscia E’ accaduto nel Seicento, secolo “scientifico” quanto mai. E poi ancora a cavallo tra Settecento e Ottocento, con l’esplosione incontrollabile di complottismi e manie di persecuzione. (Ne parla in modo memorabile I. Berlin nel suo “Le radici del Romanticismo”; ho...