Popolare, si mangia male e si legge peggio.

By on Ott 1, 2017 in Contemporaneità

Sono un uomo fortunato. Ho un ridotto numero di amici su Facebook. Fortuna ancora maggiore, la maggior parte di essi scrive cose intelligenti. L’altro giorno ho commentato un post di Mattia Feltri, quello che su “La Stampa” prendendo il posto di Gramellini ha innalzato non di poco la qualità della rubrica. Il post di Feltri junior sanamente acidulo come di norma raccontava di come la dichiarazione di Casini sulla commissione d’inchiesta bancaria di cui sarà presidente, fosse stata storpiata sino a stravolgerne il significato da un giornalista incapace e/o malintenzionato. Il che spesso è la stessa cosa. Al mio commento sarcastico sulla crisi di vendita dei giornali, conseguenza logica di prodotti pensati e redatti in modo sciatto, trascurato e spesso palesemente manipolatorio, Feltri mi ha risposto sostenendo che la crisi dipende dal fatto che sul web i giornali...

Signor giudice

By on Set 28, 2017 in Contemporaneità

Diffido del così detto “buon senso comune”. Per dirne una, è durata centinaia di migliaia di anni la convinzione che il Sole ruotasse intorno alla Terra; per forza, lo vedevamo alzarsi al mattino e calare la sera dalla parte opposta. Per non parlare del fatto che spesso “il buon senso comune” nasconde sotto il tappeto una robusta dose di pigrizia, di conservatorismo pavido, quello che ci fa pronunciare le parole degli ignavi quando non abbiamo voglia di schierarci, di spiegare di fare fatica mentale: “cosa vuoi, si è sempre fatto così”. Eppure ogni tanto persino il senso comune finisce con l’apparire sensato. Quando si legge di sentenze come quella che costringe le Poste a riassumere un dipendente scoperto (scoperto, denunciato, condannato) perchè rubava. Non so se i francobolli o solo le buste, ma rubava. O dell’assassino reo confesso...

Tema: l’immagine dell’estate

By on Set 19, 2017 in Contemporaneità

Ci ho pensato su e sono giunto alle seguenti conclusioni:   Sono da escludere le immagini di potenti-dementi tipo Trump vs. Kim, come pure i disastri naturali che sempre meno “naturali” paiono essere. Bocciate le cartoline delle vacanze felici, le mamme, le nonne le zie, come pure le insopportabili effigi di Fuffi, Pino e Gino, cani, gatti e canarini. Tentato dalla tenerezza del bimbetto aussie-flippino ucciso a Barcellona divulgata nella speranza fosse disperso Tentato pure dalla smorfia del grande Bolt nella sua ultima corsa, della serie “punito dagli dèi” Propongo questa.   L’ho scattata al Luxemburg, il giardino di Parigi che miracolosamente tiene insieme nobiltà e popolo in un connubio festoso di chic autentico e ancor più autentico bling-bling. Al Luxemburg si va per leggere comodamente seduti sulle sedie in metallo come il signore nella...

Egemonia

By on Set 16, 2017 in Contemporaneità

Pochi pensieri hanno mantenuto validità nel tempo come quello formulato da Gramsci a proposito di egemonia culturale, il concetto che indica la “direzione morale culturale” di un gruppo sociale prevalente. E’ un pensiero reso tangibile dai comportamenti che ognuno di noi può osservare più volte ogni giorno quando, ad esempio, mode altrimenti elitarie diventano fenomeno di massa. Chi faticosamente le fa finalmente proprie, non si rende conto che sono state abbandonate da quelle stesse élite che le avevano promosse; o di aver acquisito un prodotto palesemente succedaneo, un “mee-to” che si sforza di imitare l’irragiungibile modello “alto”. Qualche esempio. La moda hipster dei barbuti ciclisti che prescrive l’acquisto di insensati velocipedi a scatto fisso, vero trionfo dell’imbecillità newyorkése, adottate anche in località non...

L’isola che non c’è

By on Set 14, 2017 in Filosofia

“Retrotopia” (Editori Laterza) è l’ultimo saggio di Zygmunt Bauman. Come ogni suo altro lavoro anche questo è un libro a tesi. Dopo l’età delle utopie del futuro e poi quella che ha negato ogni utopia, oggi viviamo l’epoca dell’utopia del passato. La nostra è l’epoca dell’incertezza, il futuro da radioso che era all’Inizio del Novecento si è fatto oscuro, gravido di minacce e pericoli, sicchè crollati sogni e progetti collettivi, anche l’idea di progresso si è privatizzata al punto che il “mio” progresso non corrisponde più necessariamente al “tuo”, anzi confligge. La politica, lo strumento per eccellenza per modellare il futuro, ha fallito sostiene Bauman; oggi invece di “inventare futuro” ha traslocato armi e bagagli nelle stanze assai più confortevoli della memoria collettiva, lo spazio...