Eccezionale veramente

By on Dic 4, 2018 in Contemporaneità

Fortunato depositario di un accesso Netflix ho visto “La ballata di Buster Scruggs” dei fratelli Ethan e Joel Coen, la mini serie di sei episodi, cinque dei quali dedicati alla mitologia western (il sesto appartiene al mondo sulfureo di Edgar Allan Poe). I personaggi e gli ingredienti delle storie di frontiera ci sono tutti: il pistolero, l’imbonitore, il bandito, gli indiani, i pionieri in viaggio verso l’Ovest, il cercatore d’oro, trattati in quello che è ormai riconoscibile come stile Coen, in altre parole humor nero, paradossi, surrealismo allo stato puro, intelligenza a go-go. In ciascuno di essi il Leitmotiv è la violenza che induce la morte, quella che a più di un osservatore appare come la forza centripeta costitutiva della nazione americana, quel peccato originale reiterato e seriale che a partire dallo schiavismo si inerpica sino alla guerra civile e culmina con lo sterminio...

Due o tre cose che so di lui

By on Nov 29, 2018 in Contemporaneità

Conosco molto bene Monte San Savino. Conosco anche l’insegna del capannone di Fredy Pacini gommista che vende e ripara le bici; arrivando dall’autostrada sta sulla sinistra prima di affrontare la salita che porta in paese, un piccolo comune toscano di neanche 9.000 abitanti sparpagliati su un territorio di 90 km quadrati. Non conosco invece l’uso delle armi che hanno messo nei guai lo sparatore Fredy e mandato al creatore, ammesso che ce ne sia uno, lo sciagurato moldavo che insieme a un complice aveva scassinato l’ingresso dell’officina di Fredy. In compenso conosco benissimo cosa si prova quando torni a casa e trovi la porta aperta, il contenuto dei cassetti rovesciato a terra e le quattro cose di valore affettivo più che effettivo ciuffolate via come un cardellino a primavera. Saranno stati sudamericani, oppure zingari ti dicono inequivocabilmente al commissariato di zona alzando le...

I Re Soli non amano essere contraddetti

By on Nov 25, 2018 in Contemporaneità

La cosa più divertente della vicenda in realtà assai triste dei signori Dolce e Gabbana sono state le interpretazioni, a cominciare da quelle del solitamente assai lucido Vittorio Zucconi. “Quelle scuse imposte dall’economia” titola il suo pezzo, esemplare della vasta categoria di coloro che invece di ragionare sulle responsabilità mettono l’accento sulla coesione permalosa della nazione più popolosa della Terra. Intendiamoci, nessuna simpatia (anzi: parecchia preoccupazione) per l’ipernazionalismo del Celeste Impero il cui fanatismo patriottico si spinge sino a negare l’autenticità della famosa foto di Tienanmen quella che ritrae un uomo con la sporta sotto il braccio intento a bloccare un carro armato; sarebbe solo un falso creato a bella posta dagli occidentali per screditare il loro paese, affermano serissimi i cinesi ai quali si ha la dabbenaggine di porre la domanda. Il punto non...

C’è del marcio in Danimarca (ma non solo)

By on Nov 20, 2018 in Contemporaneità

Mai incontrato di persona Carlos Ghosn, sovrano assoluto della triade Renault-Nissan-Mitsubishi; l’eco delle sue gesta arrivava anche a me nei giorni di felice lavoro con i dirigenti Nissan, gente in gamba, seria e preparata. Uomo di potere, come tutti quelli al vertice nel mondo automotive, uomo di visione (idem) ha salvato Nissan dal disastro finanziario e guidato la triade RNM al vertice della produzione mondiale. Primato che porta evidentemente una sfiga terribile visto che tutti coloro che lo raggiungono (prima Toyota, poi Volkswagen e ora il Gruppo Renault) incappano in qualche guaio. A Carlos Ghosn, il libanese brasiliano formatosi in Francia, è capitato quello peggiore, l’arresto per sospetta frode fiscale e il conseguente licenziamento in tronco. Intendiamoci, non è il caso di fare una raccolta fondi, chè il nostro portava a casa tre stipendi milionari in milioni di dollari,...

Il guardiano della luce

By on Nov 18, 2018 in Contemporaneità

“L’ultima lezione” di Zygmunt Bauman tenuta a Prato il 3 novembre 2016 a meno di tre mesi dalla morte, è divenuta un libro doppiamente prezioso grazie all’illuminante prefazione di Wlodek Goldkorn sul ruolo dell’intellettuale pubblico. Contrariamente ad altri lavori di Bauman, siamo di fronte ad un testo di semplice e immediata comprensione, il punto d’arrivo del lavoro di tutta una vita. Semplice non significa necessariamente facile, e probabilmente non lo significa mai; uso quest’aggettivo ambiguo perché ho l’impressione che nella sua ultima lezione il grande sociologo europeo riesca nel miracolo di distillare la complessità come l’alambicco le vinacce da grappa; sono pagine leggere e dense a un tempo, una sorta di testamento spirituale sul Novecento e sull’originalità dei suoi disastri, primo fra tutti la Shoah, il secolo delle guerre, delle migrazioni, della fine delle...