Artistiche follie

By on Set 2, 2019 in Contemporaneità

“Tunner, noi non siamo turisti, siamo viaggiatori. Ah, che differenza c’è?” (“Il te nel deserto”, 1990, Bernardo Bertolucci). La differenza c’è, e bella grossa anche. Ma di questi tempi difficile da praticare. Masse sterminate di turisti affollano i dehor la cui vastità è diventato il tratto distintivo di ogni città d’arte che si rispetti. Per non parlare di siti museali, chiese e monumenti, conquistati in fila per sei alla ricerca di un’esperienza che, vista natura e qualità dell’equipaggiamento (abiti, calzature e casermaggi vari) è arduo ritenere appartenente alla ragione estetica. Così ciò che distingue il viaggiatore dal turista è forse l’interesse per le storie generate dagli incontri, oltre alla conoscenza tecnica ed affettiva degli “oggetti” che motivano al viaggio: opere d’arte, forma urbis, paesaggi e cibi. Potremmo quindi concludere che il viaggiatore a differenza del...

Tempo e memoria

By on Lug 23, 2019 in Letteratura

Non ho nessun merito, soltanto un po’ di fortuna. La copertina era talmente bella che sarebbe stato impossibile non prenderlo in mano. Certo, il libro stava lì sdraiato sul bancone ad altezza d’occhio. Pochi i meriti del librario, di un Adelphi si trattava perbacco, e con gli Adelphi è come vendere la nutella. Cosa sarebbe accaduto se l’editore fosse stato piccino e magari pure sfigato? Gli editori piccini di norma non son bravi a fare le copertine. Il libro s’intitola “Austerlitz”. Capolavoro assoluto di W.G. Sebald, chiude in modo magistrale la letteratura del secolo scorso. È un libro che mi piace immaginare speculare al monumento proustiano: come la “Recherche” anche il tema di “Austerlitz” riguarda tempo, memoria e passato. Il merito della scoperta de “Il fantasma della memoria” (Treccani editore) va invece a Faccialibro e al sistema di relazioni a incastro che è possibile...

Facce

By on Lug 21, 2019 in Comunicazione

La figlia di un’amica è in Cina. Un viaggio di studio organizzato dalla sua università. Tra sorprese e stupori, quello che sin’ora l’ha colpita di più è la ricevuta di un acquisto compiuto il giorno prima che mostra l’immagine del suo volto. Come avranno fatto si è chiesta un po’ spaurita, quando mai mi hanno ripresa, come possono avere tutto sotto controllo. È noto che in China i sistemi di riconoscimento facciale sono diffusi in modo capillare e progrediti al punto di schedare il volto di ogni persona: milioni di quelle facce che a noi sembrano tutte uguali. Il passo successivo (o quello precedente?) è la pagella del cittadino, il documento che dà i voti ad ogni abitante della repubblica popolare e che sancisce il grado di autonomia (di libertà?) di cui può godere il singolo individuo: un presente di tranquilla paura che prefigura un futuro da incubo.  Mentre i chinesi sono impegnati...

Prefazioni

By on Lug 20, 2019 in Letteratura

Alzi la mano chi legge le prefazioni. Noiose come il curling, il più delle volte scandalosamente inutili alla comprensione del testo. Destano il sospetto di una marchetta dell’editore che con poco, due bacetti una carezzina, coccola la sua scuderia di autori, referenti, sodali e cliens. Una prefazione non si nega a (quasi) nessuno. (Basti pensare allo sciocchezzaio che uno stuolo di copy-writer di minor o maggior talento è costretto a vergare in nome e per conto di Sindaci, Assessori, Direttori, Sovraintendenti, Promotori e Sponsor che avvilisce il catalogo di ogni mostra d’arte che si rispetti). A volte le prefazioni sono opera dell’autore; e qualche volta sono più d’una poiché premettono la prima edizione dalle successive. E’ allora che, occhio alla penna, vale davvero la pena di leggerle. La prefazione della prima edizione italiana di “Intellettuale ad Auschwitz” (Bollati...

L’amico siciliano

By on Lug 18, 2019 in Letteratura

Non volevo parlarne. Ma il catenaccio di Repubblica è irresistibile: “Morto a 93 anni il geniale inventore del commissario da 30 milioni di copie”. Inevitabile pensare all’Ulrich de “L’uomo senza qualità” messo in crisi dal pugile e ancor più dal cavallo che rispettivamente avevano chi combattuto e chi corso “genialmente”.  Lungi da me pensare che l’avverbio non si attagli all’opera di Camilleri (in realtà lo penso eccome, ma è un’altra storia). Il disturbo me lo dà il legame logico proposto esplicitamente dal titolista: poiché ha venduto 30 milioni copie, non può che essere geniale. È una logica perfetta, indiscutibile. Ma perfetta per ragionare come il Cav. Berlusconi di ascolti sulle sue tv negli anni d’oro. Perfetta per definire il formaggio Philadelphia una squisitezza, una bontà: un prodotto “geniale”, un capolavoro di marketing; è consumato ogni anno da milioni di persone nel...