Capitani coraggiosi

By on Nov 15, 2019 in Contemporaneità

Altro che aprile, è novembre, il più crudele di tutti i mesi. Piove, come è sempre stato e probabilmente sempre sarà. Piove, e pioverà per i giorni a venire. E il belpaese smotta, frana, cede, scivola sempre più in basso. Chi è fortunato sta al calduccio, chi lo è meno ha l’acqua in casa e in bottega; chi invece è sfortunatissimo crepa in mare. Eppure tra le disgrazie piccole e grandi, tra chi aggotta a Venezia e chi sparge odio a Bologna, una buona notizia c’è. Non buona, buonissima: lo Stato, il nostro, non è ancora un participio passato. (un grandissimo “grazie” a Ilaria Cucchi, il solo, il vero Capitano...

Storia di Marieke

By on Ott 31, 2019 in Contemporaneità

Il senso ultimo a cui rimandano tutti i racconti ha due facce: la continuità della vita e l’inevitabilità della morte (Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore)  Il racconto di Marieke Vervoort, campionessa paraolimpica belga, è un racconto compiuto. Affetta dall’età di 14 anni da una malattia muscolare degenerativa che le paralizza le gambe e le dà dolore costante, aveva deciso da tempo cosa fosse meglio per sé. “Mi sto ancora godendo ogni piccolo momento. Quando avrò più giorni brutti che buoni, allora ho già i miei documenti di eutanasia, ma il tempo non è ancora arrivato” aveva dichiarato. Su questo ha insistito parecchio: la sua sicurezza, la serenità con cui affrontava la vita, stava in quelle carte, le chiavi che avrebbero aperto la porta della libertà. Il Belgio è un paese che da Marcinelle in poi noi italiani abbiamo conosciuto bene. Divisi da sempre in...

Requiescat in pace

By on Ott 16, 2019 in Contemporaneità

È sempre triste l’agonia di un giornale. Lo è ancora di più quando quel giornale è il tuo. Repubblica sta morendo di lisi. Tormentata dal morso dei refusi e dei fuori registro, si dissangua come un radiatore bucato: trovare uno giovane che dopo averla comprata la legga, è un’impresa come scovare un’edicola aperta. Eppure non vuole morire, e si agita e strilla e scalpita come un maiale che ha annusato il norcino. L’ultima rissa, il vecchio padre contro i figli, pare tratta dai romanzoni fine Ottocento stile “Demetrio Pianelli”, mentre invece è purtroppo vera come il rancore che gronda dalle dichiarazioni ufficiali. Davvero una brutta fine per una testata che ha rivoluzionato il modo di fare i giornali nel nostro paese e per molti di noi ha supplito al compito di “intellettuale collettivo” per dirla con Gramsci, nel momento in cui i partiti della sinistra l’avevano totalmente dismesso:...

Come fragole di serra

By on Ott 12, 2019 in Contemporaneità

Per molti della mia generazione Michele Serra è un piccolo atto di autocoscienza quotidiana. Lo si legge per leggere scritto (bene) ciò che anche noi pensiamo ma che non sappiamo scrivere altrettanto bene. Si chiama mestiere della Parola. Una cosa che richiede, oltre al talento, coscienza critica. Virtù che, come il talento, va coltivata come una fragola di serra. Oggi invece della fragola di serra è arrivato il cigno nero. Michele Serra che tenta un carpiato che neanche Klaus Dibiasi, giusto per restare anagraficamente in tema, separando il Peter Handke “scrittore” dal Peter Handke “polemista” come se non fossero la stessa persona. Come se le parole dell’uno nascessero nella testa di un altro. Handke non è uno scrittore qualsiasi, un’anima bella che racconta la storia del mago o che saltabeccando per prati e per valli rincorre la gentil farfalletta. È il co-autore di un film...

L’asino del Messia

By on Ott 11, 2019 in Letteratura

Un tempo le cose erano più semplici anche in editoria, o almeno così apparivano. I cataloghi erano suddivisi da tre voci: narrativa, saggistica, varia, quest’ultima usata il più delle volte come refugium peccatorum nel quale confinare i titoli di incerta attribuzione. Negli ultimi anni la tassonomia editoriale ha ovviato al problema ramificando una pletora di generi, sottogeneri e collane con un esuberanza inferiore solo alle sigle della popolosa sinistra italiana. Così, i nomi di collana oltre a celare perfettamente il contenuto, sfidano coraggiosamente il ridicolo come il sublime “I cavoli a merenda” dell’Adelphi. Chiedersi in che cassetto sistemare un libro potrebbe sembrare questione di lana caprina o, peggio, quesito della Scolastica medievale del tipo quanti angeli stanno su una capocchia di spillo. Non è così per due ordini di ragioni: la prima è la “Legge di Borges” secondo la...