In Goude we trust

By on Gen 7, 2020 in Comunicazione

La storia delle merci è stata spesso scritta come storia del desiderio, un sentimento persino più forte dei bisogni primari, un tetto sulla testa, la pancia piena, uno straccio a protezione dal freddo. Quando accade le merci diventano desideri condivisi e, a differenza degli individui che le ambiscono, assumono tratti che le distinguono dalla folla delle altre merci. Non tutte le merci, solo quelle che compiono l’impervio percorso che le trasforma in brand e dona loro personalità e caratteri unici e memorabili. Inutile dire che è un evento raro: statistiche USA segnalano che il rapporto di trasformazione di un’idea in prodotto di successo sia di uno a un milione. Ma, attenzione, un prodotto di successo non è (ancora) un brand, e non è affatto detto che lo possa diventare. Come le persone, i brand possono essere stimolanti o noiosi, conservatori o innovatori, barocchi oppure...

Totò, Peppino e la caduta degli dèi

By on Dic 8, 2019 in Contemporaneità

Ho letto “I sommersi e i salvati” in un momento difficile, reduce da un intervento chirurgico banale quanto doloroso. Forse la condizione ideale di accostarsi all’ultimo lavoro di Primo Levi, il suo testamento politico e spirituale. La stanchezza della mente che finalmente si concede una tregua dopo lo sforzo compiuto nell’attendere e poi sopportare la sofferenza fisica, faceva sì che la percezione delle parole scandite dalle pagine avvenisse in modo fluttuante; una sorta di sospensione onirica interrotta da una domanda insistente, angosciante quanto priva di risposta: se fosse toccato a me, come mi sarei comportato? Se fosse toccato a me, quale zona avrei occupato? Nonostante siano passati più di trent’anni dalla sua pubblicazione, non c’è saggio più contemporaneo di “I sommersi e i salvati”. Ne sono testimonianza le parole pronunciate dalla signora Merkel ad Auschwitz, non so se più...

Il sorriso consapevole

By on Dic 5, 2019 in Contemporaneità, Letteratura

Parrebbe che l’urlo, l’insulto, il vaffa, stiano finalmente passando di moda. Il condizionale non è d’obbligo, ma la prudenza sì. (Più difficile che invece s’attenui l’antisemitismo, la bestia millenaria che il nostro lassismo quieto e compiaciuto, il piacere filisteo del quieto vivere, periodicamente dà per chetata). È il clima delle piazze sardinesche dove, per il momento almeno, si respira l’aria che i nostri vecchi raccontavano ci fosse alla fine della guerra, un breve periodo di tregua che seguiva al sollievo dello scampato pericolo. “Nulla di ordinario”, il racconto dei giorni che Michal Rusinek trascorre accanto a Wislawa Szymborska dall’assegnazione del Premio Nobel sino alla di lei morte, è la lettura raccomandata per questi nostri giorni di (ritrovata?) normalità. La vita quotidiana di una meravigliosa poetessa che vive come scrive: l’ironia, l’orrore per l’esposizione e la...

Ce n’est qu’un debut?

By on Dic 1, 2019 in Contemporaneità

Potrebbe apparire singolare ma non lo è affatto. Mi riferisco all’atteggiamento nei confronti delle sardine di parte di persone che si definiscono di sinistra. Per chi non lo è più da un pezzo i giovani sono deludenti sia che “facciano” o non “facciano”, e in ogni caso qualunque cosa decidano di fare: significativo l’uso sostantivato del verbo fare da parte dei non più giovani. Tra tutti, i critici più astiosi sono i sessantottini. Quelli che “quegli anni” restano sempre formidabili, come titolava un libriccino del sor Capanna; formidabili e inimitabili, sicché ogni altra forma di ribellione all’ordine delle cose non può che risultare inadeguata, velleitaria e deludente. Non è un caso che prima delle sardine a star di botte toccasse alla povera Greta, e per estensione ai di lei seguaci gretini. Per loro, per i sinistri DOCG e per i critici della contemporaneità (ah signora mia, ai...

Non c’è più morale contessa

By on Nov 24, 2019 in Contemporaneità

Dal basso e di lato, non necessariamente sinistro. La storia di  via Montello è, come si diceva una volta, paradigmatica del confronto (dello scontro?) tra cittadini e l’istituzione che li governa. La questione riguarda la scelta, di per sé assai semplice, tra verde e cemento. Trasformare la vasta area su cui sorgeva un (apprezzato) distributore di benzina in un giardino, oppure vendere l’area (si dice valga a 5 milioni di euro) per realizzare la versione mignon della capanetta di Herzog & De Meuron che ospita la Fondazione Feltrinelli. Dal basso e di lato, non necessariamente sinistro, la “società civile” degli amministrati chiede agli amministratori le cose che riguardano la vita e persino la morte saltando a piè pari partiti, associazioni, “corpi intermedi”, qualsiasi cosa questa inquietante espressione possa oggi significare. Dal basso e di lato, non necessariamente sinistro,...