Questa è l’America

By on Feb 7, 2020 in Contemporaneità

Seguo Francesco Costa dall’elezione precedente. Una newsletter settimanale sulle primarie americane (inevitabilmente chiamata “da Costa a Costa”, sic transit gloria mundi) che è poi gemmata in podcast e altri cazzabubboli digitali. Una newsletter documentata, precisa, ricca di spunti, informazioni e stimoli curiosi, preziosi e accuratissimi: lui, nel senso di Francesco, trascorre davvero mesi sul campo nel senso degli Usa, finanziato nell’ordine da sé stesso dal suo giornale (ilPost.it) e infine dai suoi lettori. Naturalmente, neppure il documentatissimo Francesco Costa ci ha capito una cippa dell’elezione precedente, quella che ha dato la vittoria a Carotone. Anche lui, come tutti, pensava la spuntasse quella perfettina della Hillary, in arte Clinton. Ma a differenza di molti, diciamo di quasi tutti, Costa ha riconosciuto l’errore e da secchione qual è l’ha trasformato in profitto. È...

È nera

By on Gen 30, 2020 in Comunicazione

Con la parola “creatività” si finisce spesso col far confusione. Ad esempio la si attribuisce a contesti come la pubblicità che invece hanno assai poco a che fare con la facoltà creativa in senso stretto. Secondo la Treccani, creatività significa “virtù creativa, capacità di creare con l’intelletto, con la fantasia”. La pubblicità, in modo particolare le forme più coinvolgenti e convincenti, non crea nulla: né con l’intelletto e neppure con la fantasia.  La pubblicità imita. Annusa l’aria, identifica e poi sceglie una pista. L’interpreta e la cavalca, a volte con spudorata intelligenza, assai più spesso con morbosa banalità formale. Diciamo quasi sempre. La pubblicità, come la buona vecchia DC che ormai solo gli anziani ricordano, non vorrebbe a priori scontentare nessuno; il suo sogno è piacere a tutti, donne, uomini, bambini, adolescenti, anche se l’oggetto del narrare è una colla...

Quelli che si aspettano le scuse

By on Gen 28, 2020 in Contemporaneità

“La bandiera rossa con le immagini del virus al posto delle 5 stelle non è piaciuta a Pechino. Pubblicata sul giornale danese Jyllands-Posten, lo stesso che 15 anni fa scatenò l’ondata di proteste del mondo musulmano per le caricature del Profeta, ha provocato la reazione dell’ambasciatore cinese a Copenhagen che si aspetta le scuse ufficiali”. (La permalosità è un tratto della personalità nevrotica. Ma che dire quando riguarda un grande paese o una grande...

I russi sono matti

By on Gen 27, 2020 in Letteratura

Ho comprato e poi letto (le due cose non sono sempre congiunte) i “I russi sono matti. Corso sintetico di letteratura russa” di Paolo Nori per la buona ragione che me l’ha consigliato uno di cui mi fido. In verità, non l’ha consigliato direttamente e personalmente a me ma, fateci caso, una cosa funziona – letteratura, cinema, pittura e persino la retorica politica – quando sembra che l’autore stia parlando proprio a te. Il guaio di “I russi sono matti” è la premessa; i quattro scioperati che mi leggono sanno quanto detesti le introduzioni e le premesse. Quelle di Nori sarebbero anche divertenti e parecchio, se non che la sua scrittura imita quella di Baricco, del Baricco quando è stanco e gli viene fuori il birignao di Salinger quando Salinger fa parlare il giovane Holden con l’intonazione e le cadenze che l’hanno reso l’adolescente di riferimento del Canone Occidentale (scritto...

“Non esistono gatti, ma solo interpretazioni”*

By on Gen 23, 2020 in Contemporaneità

Adesso che un po’ di polvere si è depositata sull’affaire Pansa mi è venuta voglia di parlare del vero scandalo che la storia del povero Pansa sottende. Lo stimolo mi è venuto leggendo Luca Tondelli (https://leonardo.blogspot.com/) sull’età media degli opinionisti di casa nostra e sul perché i giovani (i ggiovani) non leggano i giornali scritti e riscritti dai loro nonni. Lasciamo quindi in pace il povero Pansa e i suoi demoni che hanno trasformato l’allievo di Galante Garrone, la sopraffina scuola di pensiero Giustizia e Libertà, in un alien pieno di rancore: la mamma gli ha voluto poco bene, la maestra d’asilo l’ha trascurato, oppure è stato Eugenio (Scalfari) a negargli il giusto affetto? Sia quel che sia, Pansa è diventato un polifemo da 400.000 copie a botta in un paese, il nostro, dove solo 5 milioni di persone su 60 acquistano libri che poi forse leggeranno; e sono sempre quegli...