Me ne passavano di cose per la mente oggi pomeriggio mentre facevo la coda davanti al Vigorelli. In fila indiana al caldo del sole pomeridiano a cui non sono più abituato, in silenzio perfetto rotto a tratti dall’interminabile telefonata di un milanese più imbruttito del solito e dalla mite questua di un ragazzo di colore. Chiede la carità risalendo timidamente la fila coperto da abiti invernali, probabilmente i soli possiede, a volto scoperto privo di maschera. Silenzio. Qualche passo avanti. E poi ancora fermi in silenzio. Così per mezz’ora, tre quarti d’ora. Nessuno protesta. Nessun segno d’irritazione. Educati, rigorosi nel mantenere le distanze, forse rassegnati o forse intimamente convinti. Finalmente svoltato l’angolo – moderno miraggio padano – compare l’ingresso della Coop di via Arona. Ripenso a ciò che ho letto in questi giorni e che con buona probabilità un...