La notte nera delle vacche nere

By on Apr 21, 2020 in Contemporaneità

Come ben sappiamo – ce l’ha ricorda pure il buon vecchio Hegel in una spassosa polemica di tanto tempo fa – nella notte nera dove tutte le vacche sono nere, tutto appare indistinto e quel che è peggio indistinguibile. Tutto uguale, nessuna differenza. Eppure, lo sappiamo sin da bambini, la differenza c’è sempre. E neppure le vacche nella notte nera sono necessariamente tutte nere. È una legge di natura che riguarda tutti noi. E insieme a noi ogni manifestazione del genere umano: creativa, produttiva, organizzativa, logistica. Sabato scorso nella notte nera di un Corona che più nero non si può, abbiamo inviato una mail ad un punto vendita Carrefour di Milano. Ci era stato segnalato dal provvidenziale passaparola di Barbara, un’amica puntuale ed efficiente come solo gli insegnanti in pensione. Non so se sia l’iniziativa (intelligente) di un singolo punto vendita o conseguenza della...

Götterdämmerung

By on Apr 17, 2020 in Contemporaneità

Esselunga, icona e simbolo amatissimo. In particolare da chi milanese lo è diventato. Inutile obiettare che milanesi lo sono diventati quasi tutti: gli autoctoni sono più rari di un sovranista acculturato: Prima dell’Esselunga c’era la Scala, il Duomo e il panettone che quella chiesona massiccia aveva trasformato in logo. L’Esselunga con le sue pubblicità verduromorfe, con i babbacetti di Harry Potter e delle Guerre stellari. L’Esselunga con il suo bravo record di redditività per metro quadro e la rissosità di patron Caprotti, a testa bassa contro le cooperative e i reprobi di famiglia. L’Esselunga con le sue installazioni in puro barocco brianzolo che appaiono ai rondò della campagna lombarda come le astronavi dell’Impero. L’Esselunga benchmark di riferimento in Italia e nel mondo. L’Esselunga, l’innovatore, il precursore, l’esploratore. La bomboniera di certezze per il metropolitano...

“Là dove c’è il pericolo, cresce anche ciò che salva”

By on Apr 16, 2020 in Contemporaneità

Sono in molti a chiedersi se la paura del contagio ci abbia cambiati; se e come la reclusione domiciliare, di norma riservata a imputati in età senile, abbia mutato il così detto comune sentire. La mia impressione è che di cambiato ci sia solo l’ampiezza come se pantografo degli eventi si fosse limitato ad ingigantire fedelmente le emozioni. Non siamo peggio, non siamo meglio. Come sempre avviene nei momenti di difficoltà, siamo solo più autenticamente noi stessi. “Don do don, do don do don… sto leggendo qualcosa con la TV accesa quando questa musica arriva da un passato che per un attimo non focalizzo. Poi ecco, un’altra città, un’altra casa, volti di persone care che non ci sono più e io ragazza. Un salto nel passato che mi inchioda al video. L’Italia che resiste … i più giovani non capiranno fino all’ultimo di che si tratta … ma io sì. Io...

Non pane e neppure brioches

By on Apr 11, 2020 in Comunicazione

Demagogia è una parola sfortunata. In origine significava “arte di guidare il popolo” ma rapidamente si trasforma in “pratica politica tendente a ottenere il consenso delle masse lusingando le loro aspirazioni con promesse difficilmente realizzabili”. Così che, fatalmente, il regime politico basato sulla demagogia “rappresenta la forma corrotta della democrazia o una simulazione di questa”. (Sulla demagogia Luciano Canfora ha pubblicato un’interessante libretto per i tipi di Sellerio). Di demagoghi è purtroppo pieno il mondo, in particolare quello politico. Al punto che ci abbiamo fatto il callo e la cosa non stupisce più di tanto. La reazione è assai diversa se l’artefice di una dichiarazione che ci appare demagogica è persona che consideriamo degna di fede, informata e documentata riguardo a ciò che sostiene, propone o più semplicemente auspica. È il caso dell’articolo di Michele...

La rivolta dei servo-meccani (al tempo del Corona)

By on Apr 9, 2020 in Contemporaneità

Questa storia non riguarda il morbo bensì gli umani. Quelli che non rispondono al telefono anche si negozio risulta aperto. Quelli che rispondono e ti dicono certo che ce lo abbiamo (dal budino al cioccolato al tele-transponder per comunicare in diretta con Marte) però  deve venire a prenderselo in negozio. Ma io non voglio venire in negozio. E allora lo compri on-line. Ma l’on-line – benedetta arretratezza della capitale economica e morale d’Italia! – funziona come tele-transponder per comunicare in diretta con Marte, cioè una cippa poiché entrambi – il teletrasponder e il commercio on-line non funzionano perché stanno solo sulla carta. O sul libro dei progetti. O in quello dei sogni. Insomma, la faccio breve: s’è rotta la lavatrice. E s’è rotto, in parallelo per la sadica solidarietà che misteriosamente rende alleati e complici i servomeccani, anche il rubinetto dell’acqua che...