This is us

By on Ott 28, 2020 in Arte

La cosa più imbarazzante è quando l’intelligenza, il gusto, l’intensità, sono al servizio di una storia fatta di buoni sentimenti. Intollerabile affronto ad una delle poche certezze dell’estetica: se i personaggi sono tutti dal primo all’ultimo “buoni”, se crescono come persone nel corso della storia, se la storia stessa è un concentrato doppio brodo Star di buoni sentimenti, buone emozioni, buoni slanci – tutti, ma proprio tutti, talmente buoni che “Cuore” al confronto è un libro di testo per il concorso “Giovane Criminale dell’Anno” del Ferrante Aporti – la dolciastra brodaglia che ne viene fuori sarà più indigesta di uno spot Barilla al tempo della famiglia felice in pellegrinaggio al Mulino Bianco. Se è letteratura, debbono morire. Se è film, debbono soffrire (prima di morire). Se è storia d’amore, lei riempie di corna lui, e lui riempie di corna lei sia pure non...

Il coraggio di essere

By on Ott 25, 2020 in Contemporaneità

Apro la posta. Una newsletter a cui sono abbonato titola: “la morte di un maestro”. Clicco convinto che rimandi al disastro francese che ci riguarda anche più del Covid. Ma il maestro in questione è Enzo Mari, un talentuoso signore che lasciandoci alla ragguardevole età di 88 anni non è stato – come si suol dire – strangolato in culla. Sulla vicenda di Samuel Paty è già sceso il silenzio. Ne ha parla oggi, con la sua scrittura tra l’irritante e il pomposo, Bernard-Henri Lévy. Per il resto – il resto dei giornali e delle newsletter – pare che la notizia sia già buona per incartare il pesce. Hanno avuto fine anche le reazioni, positive e negative, a un insensato quanto sgarrupato post di Carlo Rovelli su Facebook. Morto e sepolto. Punto. Congetture Ipotesi uno: parlare di islamizzazione strisciante delle società laiche occidentali, di resa dello Stato democratico alla sharia,...

Vero, falso, insignificante

By on Ott 24, 2020 in Contemporaneità, Scienze

Leggere una buona intervista, di quelle che ti tengono incollato al testo sino all’ultima domanda, è un evento raro persino più di un leghista colto. Quella di Massimo Rospocher a Carlo Ginzburg pubblicata sul numero 464 de “la Lettura” (a mio avviso il miglior supplemento culturale in circolazione) mi è parsa magistrale. Perimetro d’indagine di Ginzburg è la storia della mentalità e della cultura popolare tra il XVI e il XVII secolo, con particolare attenzione ai problemi metodologici e ai rapporti tra ricerca storica e altri ambiti disciplinari. Tema centrale dell’intervista, il cui pretesto è la pubblicazione della nuova edizione de “I Benandanti”, è il ruolo che l’elemento inconscio ed emotivo svolge nel modo di intendere il mestiere di storico. Afferma Ginzburg: “la consapevolezza del peso che hanno i pregiudizi, consci e inconsci, nella ricerca, deve accompagnarsi alla...

Palla di lardo

By on Ott 18, 2020 in Contemporaneità

Secondo Agnes Heller, pensatrice ultimamente ritornata di moda, le due idee-guida della modernità sono la vita e la libertà. “E’ solo in un ambito di discussione pubblica che si può trovare una risposta in termini di reale libertà o di vita vera, una risposta ce tenga conto e cerchi uguali opportunità di vita per tutti, o al contrario una risposta che può contraddire l’idea di una vita felice, di una vita buona”. Vita e libertà: concetti astratti a cui il secolo scorso, quel Novecento che qualcuno definisce breve e qualcun disperatamente infinito, ha dato straodinaria concretezza. Un “pendolo dialettico” che oggi si ripresenta con puntualità: “Se vogliamo contenere il virus, dobbiamo cedere quote di libertà” afferma Massimo Giannini, direttore de “La Stampa”, testimoniando la sua esperienza di malato di Covid ricoverato in ospedale da due settimane dopo essere stato per cinque...

Là dove saltano gli squali

By on Ott 14, 2020 in Contemporaneità

The last word è una mini serie in onda su Netflix. Tratta di morte, funerali ed eloquenza. Ci sono capitato per caso spinto dalla disperazione: il nostro range (della mia compagna e mio) di gradimento è più esile di una speranza, come dicevano di Spike, il cugino di Snoopy. Chi fosse interessato ad ambienti genericamente berlinesi (a me piacciono moltissimo) e ad una recitazione che mischia il livello basso con quello profondo, non resterà deluso. Tuttavia, nonostante il clima depressivo indotto dall’ampiamente prevedibile “seconda ondata”, questo post non tratta della trama, plot e stili di recitazione di “The last word”. Il tema delle mie temo inutili riflessioni riguarda uno dei più grandi misteri dell’umanità: lo svacco dell’ultima puntata. È accaduto con il “Trono di spade” e prim’ancora (molto, molto prima) con Happy Days. E accadrà ancora e ancora. È fisiologico come...