United Colors of Lidl

By on Nov 20, 2020 in Comunicazione

La storia più divertente della settimana? Senza dubbio le scarpe della Lidl. Su quelle sneaker colorate come una guardia svizzera si sono buttati a pesce un po’ tutti, compresi gli altrimenti autorevoli opinionisti della più autorevole stampa nazionale. Ne hanno parlato nell’ordine sociologi, filosofi contemporanei, semiologi, esperti di comunicazione di massa. Se non mi sono perso qualcosa, il silenzio più fragoroso è quello dei markettari, a rigor di logica i più titolati. Ma in pieno disastro Covid, col Recovery Found bloccato dai dittatorelli est-europei e le regioni arancioni che diventano rosse, quelle rosse che se possibile lo diventano ancora di più, la tentazione di pucciare il biscotto nel supermercato dei poveri che s’inventa una strategia fichissima per diventare fichissimo era (evidentemente) irresistibile. Perché sì, perché più d’uno ha scritto persino che di una geniale...

Minimarket Italia: e-commerce questo sconosciuto

By on Nov 10, 2020 in Comunicazione

Il vecchio motto della Purina, multinazionale del cibo per animali – “trasforma lo stress del vitello in profitto” – calza a pennello nella stagione del Covid. Lo so, sembra facile ma sappiamo che facile non è Come per il vitello non è una passeggiata rinunciare al latte della mamma, così per noi adattarci al lockdown totale o parziale. Siamo i vitelli stressati a cui gli interpreti della distribuzione grande, media e minuta non hanno saputo dare soluzioni di profitto. Con buona pace dello stress destinato a restare disagio (per noi) e perdita di profitto per loro. Un vero disastro. Anche perché la perdita non riguarda sole le vendite (Seconda legge della mercatistica: “Una vendita persa non si recupera più”) quanto di quella cosa che si chiama reputazione. Facciamo parlare i fatti? L’on-line di Esselunga, saga, mito e leggenda dei milanesi imbruttiti, non funziona. Bollino rosso...

La scelta di Abramo

By on Nov 9, 2020 in Letteratura

Per lungo tempo Wlodek Goldkorn si è occupato dei libri degli altri. Per nostra fortuna ora si occupa prevalentemente dei suoi. Non è facile definire i suoi lavori. Tecnicamente sono saggi resi visionari e poetici dalla tensione morale che li attraversa: Goldkorn scrive per comprendere, per dare una spiegazione a sé stesso prim’ancora che al lettore. Purtroppo all’oggetto della sua riflessione è impossibile dare risposta: perché il paese più evoluto d’Europa ha generato la Shoah? perché l’ebreo è il bersaglio preferito di chi ha bisogno di odiare? perché la modernità è il detonatore dell’antisemitismo? come possiamo tutelare la memoria di ciò che è stato affinchè non si ripeta mai più? Le tesi che sostiene, le parole che sceglie – miracolo di una lingua appresa in età adulta – sono il risultato di chi di fronte all’assurdità del male assoluto non rinuncia al dovere della distinzione:...

Sarebbe bello se (e sottolineo il se)

By on Nov 4, 2020 in Contemporaneità

Nel cuore della notte mi whatsappano amici interisti delusi da Madrid. Si aspettano una compensazione, il regalo annunciato e lungamente atteso è in arrivo dall’America. Fanno parte della vasta compagine degli anti-trumpiani, categoria kantiana per eccellenza che comprende persone non necessariamente intrippate dalla politica. Trump è un fastidio non si sa se più estetico o morale. Un incidente di percorso in una storia che nonostante tutto ci piace immaginare libera e bella, “America the beautiful”, terra di speranza e di libertà. Lascio ad altri, all’esercito di analisti e commentatori che scrivono fior di saggi e articolesse sull’America e non ci azzeccano mai una mazza, il compito di spiegare come e perché i sondaggisti USA abbiano cannato pure questa volta; come e perché i dirigenti del partito democratico non conoscano il loro paese; come e perché le élite culturali che animano i...

Il Corona è uno spettacolo

By on Nov 1, 2020 in Contemporaneità

Uno slogan è uno slogan. Tra i molti mi ha colpito quello che perentoriamente afferma: “Il Covid non fermi cinema e teatri”. Onestamente da gente di spettacolo mi sarei aspettato qualcosa di più, tipo “Il Covid è un balzello/ Nessuno tocchi Pirandello!” o anche “Roberto Rossellini ce l’ha insegnato/ guardare un film a casa/ è un reato!” ma chissà, forse hanno avuto poco tempo per prepararli. Assai interessante anche l’intervista al manifestante che afferma di “detenere” (insieme alla moglie, precisa) la direzione artistica di un piccolo teatro di provincia. Che se uno è appena un po’ distratto rischia di pensare a una compagnia attiva nel circuito degli istituti penitenziari. Insomma, la confusione anche stavolta pare grande sotto il cielo. Intendiamoci, non ho nulla contro i lavoratori dello spettacolo, anzi. A parte i giocolieri che al semaforo si piazzano davanti all’auto o quelli...