Libro vivente

By on Ott 3, 2024 in Letteratura

  Libro bello = film brutto è una proposizione largamente condivisa dal popolo dei lettori, come pure il suo esatto contrario. Nulla di arcano, per carità. Si tratta della difficoltà di realizzare un salto di specie che il più delle volte si rivela semplicemente impossibile. Neppure il grande (grandissimo) Visconti riuscì a mettere in pellicola “Du côté de chez Swann” mentre il miracolo gli riuscì con “Il Gattopardo”. Se invece il testo è men che mediocre, il conflitto tra specie non solo non esiste, ma addirittura la modestia letteraria semplifica la vita dello sceneggiatore ed esalta il talento del regista. (Certo, è una tesi al pelo dell’aporia: nel caso di “Colazione da Tiffany” è meglio il film o il libro? Prego astenersi fan di Audrey). E veniamo al pretesto di questa madeleine: Fahrenheit 451. “Edito in Italia anche con il titolo “Gli anni della fenice” è un romanzo di...

Abbiamo bisogno di storie.

By on Set 16, 2024 in Letteratura

Andiamo con ordine. Undici settembre, anniversario delle Torri; il giorno dopo, primo dibattito televisivo Harris-Trump. Tragedia e commedia unite da un denominatore comune, la menzogna. Un filo più esile del cavo che sorresse quel matto di Philippe Petit nella traversata da una torre all’altra, ma infinitamente più robusto. Giusto per dirne un paio, i mangiatori di gatti a Springfield a braccetto con le famose “responsabilità ebraiche” nel crollo delle Torri. Scrivo queste note pensando che la falsificazione dei fatti è la più sperimentata tecnica per la conquista del potere. Alcuni procedono scientificamente programmando la menzogna, altri inventano all’impronta. Non è detto che i primi, i pianificatori, abbiano più successo dei secondi: le masse adorano le improvvisazioni, e quanto più le bugie sono sfacciate e inverosimili tanto più riscuotono successo. Gli esempi made in Italy ci...

Ancora a proposito di rivoluzione

By on Set 4, 2024 in Filosofia

Ancora a proposito de “I tedeschi e la rivoluzione” di H. A. Winkler. Nella scorsa madeleine avevo scordato una citazione dell’Autore che mi aveva molto colpito: “Uno dei primi a dichiarare conclusa, grazie al progresso tecnologico, l’epoca delle rivoluzioni combattute in strada e sulle barricate fu Friederich Engels nel 1895, puntando al contempo sulle rivoluzioni delle urne nei paesi dove si poteva votare liberamente”. (Il riferimento lo si trova nell’introduzione alle “Lotte di classe in Francia” 1848, 1850). Winkler prosegue riprendendo le riflessioni del politologo Richard Lowenthal secondo il quale “tutte le rivoluzioni occidentali “classiche” hanno avuto luogo prima di quella industriale. Nelle società industriali moderne la dipendenza dell’uomo dal funzionamento regolare dei servizi pubblici e così elevata da sviluppare un “riflesso anti-caos” capace di inibire qualsiasi...

Europa, pallida madre

By on Set 2, 2024 in Contemporaneità

Senza scomodare il supremo inquilino di Berggasse 19, parrebbe assodato che in ogni umano civilizzato alberghi un piccolo Sisifo. Il mio si chiama Germania. Ovvero l’impossibilità di spiegare come, la nazione più progredita culturalmente e tecnologicamente, si sia gettata con volenterosa voluttà nell’abisso del nazionalsocialismo. Ogni volta mi pare di essere vicino alla vetta, e ogni volta riprecipito nonostante gli aiuti di amici generosi che mi hanno segnalato questa o quella lettura. Tutte importanti, per carità, eppure la risposta al perché un popolo intero si sia entusiasticamente consegnato al nazionalsocialismo continuo a non trovarla. Nonostante ormai dubiti ci sia (la Storia non fa parte del novero delle scienze dure, per capirci quelle che consentono verifiche sperimentali) Sisifo m’impone di continuare a provare. L’ultimo aiuto me l’ha offerto Heinrich August Winkler con il...

Anche Odisseo

By on Ago 26, 2024 in Contemporaneità

“Estasi e terrore” (sottotitolo: dai Greci a Mad Men) di Daniel Mendelsohn è l’ennesima dimostrazione di quanto sia opportuno per l’uomo moderno non dico studiare filologia ma almeno leggerli questi benedetti classici. Me ne rendo conto (forse è la miliardesima volta, ma di certo non sarà l’ultima) mettendo in fila tre eventi insieme banali e tragici di questo agosto banale e tragico: l’atleta nella Senna, il naufragio del Bayesian e la crema di Sinner. Tre eventi (insisto: banali e tragici) che hanno in comune quello che nella nostra epoca è il massimo comune denominatore per eccellenza: la reputazione. E la reputazione ci riporta immediatamente alla classicità, il mondo dove gli uomini ambiscono alla gloria, coronamento supremo di un’esistenza condotta all’insegna del valore supremo della civiltà omerica: l’aretè, la virtù che distingue il coraggioso dal vile, il forte dall’inetto,...