L’anno del pensiero magico

By on Dic 27, 2021 in Letteratura

Ho sempre temuto il pensiero magico. Sentimento che nel tempo si è trasformato in insofferenza. Un conto è leggere “Il ramo d’oro” di Frazer o i lavori di Malinowski sulle credenze soprannaturali nelle società primitive, un altro è imbattersi in “pensieri magici” nella quotidianità di un mondo che ha la presunzione di ritenersi moderno ed evoluto. In proposito mi pare illuminante la tesi di Sigmund Freud: il pensiero magico dell’uomo primitivo è simile a quello del bambino, entrambi ritengono che la realtà sia influenzabile secondo i propri desideri; magia intesa come onnipotenza del pensiero, caratteristica che secondo Freud accomuna bambini, animisti e adulti nevrotici.  Naturalmente un conto sono le invenzioni dell’infanzia (Walter Benjamin ce ne offre una melanconica testimonianza nella raccolta di racconti autobiografici “Infanzia berlinese”) un altro le follie di chi...

Parola di cane

By on Dic 16, 2021 in Letteratura

Ogni tanto qualcuno mi chiede come si impara a scrivere. Di solito rispondo chiedendo di quale scrittura si stia parlando, se funzionale o creativa. La prima si può apprendere, la seconda no. Tra le due corre la differenza che c’è tra gli artigiani e gli artisti. Nel migliore dei casi i primi, dopo ragionevole apprendistato, scrivono per i giornali o per la pubblicità; i secondi invece inventano le Emma Bovary, le Anna Karenina, le Duchesse di Guermantes, le Molly Bloom. Come si diventa artisti della scrittura? Come lo sono diventati i signori Flaubert, Tolstoj, Proust, Joyce. Scrivendo come pazzi dal mattino alla sera, scontenti la sera di ciò che avevano scritto al mattino. Non certo andando a scuola di scrittura. Anche perché le scuole di scrittura un tempo non esistevano. Da chi imparavano? Come Montaigne dai grandi del passato, e occasionalmente da qualche altrettanto grande...

Spiegato bene? Una riflessione sul Post

By on Dic 6, 2021 in Comunicazione

Se dovessimo stilare la classifica dei dieci mestieri più mortali al mondo dopo la cattura di serpenti velenosi a mani nude ai primi nove posti troveremmo il mestiere dei giornali. Giornali e giornalisti, pur essendo da lunghi anni gravemente malati, non praticano altra terapia che il taglio dei costi. Lo stesso approccio adottato nella Guerra di Secessione americana quando per scansare le setticemie si amputava con la leggiadria di Jack mani di forbice. Risultato: prepensionamenti, redazioni raschiate all’osso, fallimento dei sistemi previdenziali, prodotti giornalistici sempre più modesti e grossolani. Chi manda avanti la baracca sostituendo i colleghi accompagnati all’uscita spesso è un precario di scarsa o nessuna esperienza, i cui “compensi professionali” sono concepiti secondo i dettami della gig economy. Taglia, taglia, qualcosa resterà è un proverbio talmente idiota che neppure...

Una donna

By on Dic 1, 2021 in Letteratura

Ho incontrato Hilary Mantel una domenica mattina di fine estate. “Robinson”, il sorprendente inserto di Repubblica che riesce nell’impresa di pubblicare nelle stesso numero Emmanuel Carrère e Nino D’angelo, aveva dedicato la copertina a quella che per me era una perfetta sconosciuta. Di lei non avevo letto neppure una riga. Peggio, non sapevo neppure chi fosse. Per ragioni che mi sono del tutto sconosciute ho un po’ di problemi con le persone obese. Provo nei loro confronti un’avversione ingiustificata quanto profonda, la stessa che anima il gesuita nei confronti del selvaggio che pur privo del Dio cristiano si mostri felice della sua placida ignoranza; una spiegazione la potrebbe dare Susan Sontang nel suo “Malattia come metafora”: la malattia come colpa, la malattia come lato oscuro della nostra coscienza. Così l’obesità, la grassezza, la cicciosità bulimica, l’orrida pesantezza del...

Una risata ci seppellirà?

By on Nov 25, 2021 in Contemporaneità

“Manifesto del libero pensiero” è un libriccino scritto da Paola Mastrocola e Luca Ricolfi. La prima reazione è la stizza: capperi, dovevo scriverlo io questo pamphlet; era tanto che ci pensavo, mannaggia a me. La seconda è lo sgomento. Ma come, le censure stupidissime e infantili che gli autori elencano non accadevano in qualche lontana università della California? Ma come, le cancellazioni infami e tutto il repertorio dello sciocchezzaio nativista, terzomondista e africanista (“Torniamo alle radici”!) che il povero Harold Bloom denunciava con vigore pari solo al suo immenso coraggio ne “Il canone Occidentale”, adesso riguardano anche noi? Parrebbe che sì. Il tentativo di rimozione di tutto ciò che non garba perché ritenuto non inclusivo se non addirittura offensivo, è in atto anche Regno Unito, in Francia e in Germania. Un fantasma s’aggira per l’Europa. E’ lo spettro del...