L’importante è iniziare

By on Mar 3, 2022 in Contemporaneità

“Anche più dell’affinità delle loro anime, li univa l’abisso che li divideva dal resto del mondo” (Boris Pasternak) Quando pubblicherò queste noterelle molto probabilmente la scelleratezza compiuta dall’Università Bicocca sarà passata nel dimenticatoio. Altri e più gravi crimini incombono. Ma il primo (il secondo, il terzo?) clamoroso episodio di cancel culture avvenuto nel nostro paese conferma il vizio provinciale d’importare il peggio del costume anglosassone e mai le pratiche virtuose. Il piccolo episodio criminale riguarda le lezioni che Paolo Nori avrebbe dovuto tenere su Fëdor Dostoevskij. Diciamo subito che nonostante la simpatia per la “legge e ordine” dello Zar che manifestò negli ultimi anni della sua vita, difficilmente lo scrittore nato a Mosca nel 1821 e morto a San Pietroburgo nel1881 avrebbe potuto iscriversi al partito di Vladimir Putin. Insomma, una storia di...

Questa o quella per me pari sono

By on Feb 22, 2022 in Contemporaneità

L’abbiamo (l’avrete) sentita citare millantamila volte. La versione integrale suona largo circa così: “Hegel nota in un passo delle sue opere che tutti i grandi fatti e i grandi personaggi della storia universale si presentano, per cosí dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda volta come farsa”. E’ l’incipit ide “Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte”, una delle opere più stimolanti e di più godibile lettura di quel grande cantore della borghesia che fu Karl Marx. Anche le mode, il gusto, gli stili, le canzoni e persino la gastronomia si presentano più volte. Così, dopo gli spogliarelli di Iggy Pop ci toccano quelli di Achille Lauro e dopo la rucola l’ananas sulla pizza. Persino l’orrido Trump è un clone dell’originale inimitabile Berlusconi. Questa legge bronzea (altra dicitura di sapore marxiano, come certamente noteranno i quattro amici al...

Due o tre cose che so di lui

By on Feb 13, 2022 in Contemporaneità

Ho terminato la lettura di “Hitch 22”, l’autobiografia di Christopher Hitchens. Ne parlo perché rappresenta per me, e suppongo per molti altri lettori, l’occasione per riflettere su avvenimenti del passato prossimo che riguardano la nostra vita. Hitchens è molte cose (giornalista, saggista, critico letterario, polemista, illuminista anticlericale nemico di ogni religione, eccetera eccetera) ma non è uno storico. Non c’è quindi nulla di distaccato e neppure di lungamente (e noiosamente) meditato nelle sue considerazioni: in queste memorie ci sono gli ultimi quarant’anni della nostra vita politica oltre che della sua personale e professionale. Molto bizzarre le ultime due, rese particolarmente gustose dalla quantità di alcol e dalla varietà di pettegolezzi salaci su questo e quel potente della terra; tuttavia francamente accessorie rispetto all’importanza delle valutazioni politiche e...

Io temo, tu temi, egli teme

By on Feb 10, 2022 in Contemporaneità

Anche se c’era da aspettarselo, Il rifiuto dello scritto alla maturità da parte degli studenti non può non sgomentare. I miei colleghi art director – quelli che si esprimono attraverso l’immediatezza dei codici visivi – mi farebbero notare che l’uso della doppia negazione potrebbe mettere in difficoltà il lettore medio. Non ho ma capito che sia (o chi possa essere) il “lettore medio”. Nel caso citato dai colleghi “visivi” dovrebbe largo circa corrispondere al corpaccione vile ma vivo e vitale del consumatore medio, colui il quale è in qualche modo il “responsabile degli acquisti”. Fateci caso, nel nostro mondo leggero come un seme di tarassaco, anche la raccolta della cacca del cane è un impegno ritenuto troppo gravoso al punto che le responsabilità individuali svaniscono come le promesse di amori adolescenti. Come per l’abusata casalinga di Voghera (divenuta ormai compiaciutissima...

C’era una volta un Re

By on Feb 1, 2022 in Comunicazione

“C’era una volta un re / seduto sul sofà / che disse alla sua serva / raccontami una storia /  la serva incominciò”. Nell’attesa di assistere alla performance di Drusilla Foer sul palco di Sanremo, mi sono venute in mente le parole dell’amico Giuseppe, attore anglo-pugliese noto per la sapienza con cui sposa la passionalità al rigore. Il suo ultimo amore – in senso temporale, beninteso – è il podcast, il nuovo genere tecno-letterario il cui codice genetico secondo Giuseppe ha parecchio in comune con “Carosello”. Poche parole come “Carosello” svolgono la funzione di marcatore del tempo. Ho googolato il lemma. Solo dopo un centro commerciale, un B&B di Bologna, un centro servizi a Singapore, una casa di produzione musicale, è comparsa la voce Wikipedia: “Carosello fu un programma televisivo pubblicitario italiano andato in onda sul Programma Nazionale (poi Rete 1) della...