Sono agli ultimi paragrafi di “Stalingrado”. Tra le molte, spunta pure la domanda se abbia ancora senso leggere un romanzo di 884 pagine. Me lo chiedo a causa dell’affettuoso sfottò di un documentatissimo amico che rifiuta di procedere oltre quota 200; e ancor più per via del post di un noto esperto di web, uno di quelli bravi, che sentenziando riguardo la lunghezza di un testo letterario stabiliva che era il caso di fermarsi prima delle 300 pagine, evidentemente convinto che la quantità vada a scapito della qualità. A me proustiano di stretta osservanza, è parsa una tesi abbastanza imbecille. Succede che mi sono beccato una censura prima, e l’accusa di maleducazione poi. L’amico che sfotte ovviamente non crede a quello che dice; il sagace esperto di web invece sì. “Stalingrado” è l’ultima opera di Vasilij Grossman pubblicata in Italia. Nato in Ucraina a Berdyčiv da famiglia ebrea,...