Stalingrado o della quantità

By on Lug 16, 2022 in Letteratura

Sono agli ultimi paragrafi di “Stalingrado”. Tra le molte, spunta pure la domanda se abbia ancora senso leggere un romanzo di 884 pagine. Me lo chiedo a causa dell’affettuoso sfottò di un documentatissimo amico che rifiuta di procedere oltre quota 200; e ancor più per via del post di un noto esperto di web, uno di quelli bravi, che sentenziando riguardo la lunghezza di un testo letterario stabiliva che era il caso di fermarsi prima delle 300 pagine, evidentemente convinto che la quantità vada a scapito della qualità. A me proustiano di stretta osservanza, è parsa una tesi abbastanza imbecille. Succede che mi sono beccato una censura prima, e l’accusa di maleducazione poi. L’amico che sfotte ovviamente non  crede a quello che dice; il sagace esperto di web invece sì. “Stalingrado” è l’ultima opera di Vasilij Grossman pubblicata in Italia. Nato in Ucraina a Berdyčiv da famiglia ebrea,...

Pensiero stupendo (nasce un poco strisciando?)

By on Giu 22, 2022 in Contemporaneità

Tema di questa madeleine è il buon vecchio caro marketing. Avviso subito i miei affezionati lettori che non tratterà di funnel, KPI, neuromarketing, SMO e neppure del tasso di conversione. Ovvero, nessuno dei ferri del mestiere di chi campa markettando on-line. Per carità, per essere importanti lo sono. Soprattutto se si deve giustificare lo stipendio. Tuttavia da tempo ho il sospetto che in un mercato piccolo come il nostro e per di più in un paese demograficamente depresso e di coriaceo conformismo, i “grandi cambiamenti” che l’astuto marketing digitale promette di indurre si riducano a guadagni di quote di mercato calcolabili in miseri decimali. Certo, monsieur De Lapalisse obietterà che un decimalino applicato sistematicamente a milioni di pezzi fa comunque una bella cifra. Ma qui si cerca di ragionare (o sragionare, a seconda dei punti di vista) della divinità pagana evocata in...

Le vittime non sono mai divertenti

By on Giu 15, 2022 in Letteratura

Sto leggendo “Stalingrado” di Vasilij Semënovič Grossman. Pubblicato solo pochi mesi fa da Adelphi, è stato scritto prima di “Vita e destino” uscito in Italia nel 1984. Insieme a “Tutto scorre” fa parte di una trilogia che a me come a molti piace chiamare la “Guerra e pace” del Novecento. La seconda e terza parte della trilogia lette prima della prima ha causato qualche difficoltà a più di un lettore; ricordo che nelle prime ottanta, cento pagine di “Vita e destino” non era semplice raccapezzarsi tra le decine di personaggi e i loro chilometrici nomi, patronimici, diminutivi e soprannomi tipici della lingua russa e della scrittura di Grossman. Ma non è di “Stalingrado” che vi voglio parlare. Sono giunto solo a pagina 212 delle 884 che compongono l’edizione Adelphi, elenco dei personaggi compreso. Purtroppo, temo di dover condividere l’opinione di Francesco Cataluccio, insieme a Wlodek...

Fuori!

By on Giu 12, 2022 in Contemporaneità

E’ una certezza consolidata negli anni. Tuttavia, complice il digiuno imposto dalla pandemia, stavolta il botto è stato molto più forte. Tutta la città è un “Fuori-Salone” un tripudio che coinvolge anche gli ascensori della metropolitana che annunciano qualcosa che invariabilmente termina con design week. Milano è tornata. La più piccola delle grandi città europee, la sola che si possa attraversare a piedi tagliandola in due come un’anguria, è impavesata come una sposa neo-melodica, piena come un uovo con due tuorli di genti venute da ogni dove. (Sospetto che ci sia anche qualche russo, porello lui, nonostante le sanzioni: passeggiando la cana di sera si possono ascoltare le lingue del mondo) Contrariamente al Salone-Salone, tradizionalmente riservato agli operatori professionali, il Fuori-Salone invade tutta la città in modo spesso incongruo se non del tutto abusivo; ancora un paio di...

Un occidente prigioniero

By on Mag 29, 2022 in Contemporaneità

Quelli della mia generazione hanno scoperto Milan Kundera grazie a “Quelli della notte” di Renzo Arbore. Il non ancora del tutto sciroccato Roberto D’Agostino cazzeggiava ogni sera di edonismo reaganiano e di insostenibile leggerezza dell’essere, titolo quest’ultimo pubblicato in Italia da Adelphi. (Ancora recentemente D’Agostino si vanterà d’aver salvato il bilancio di Galasso promuovendo un libro che assicura di non aver mai letto). Non so quanti dei miei 27 amati lettori abbiano letto Kundera; stimandoli nonostante perdano tempo con me, ritengo che per loro sia diventato un testo di culto. A loro affido questo messaggio nella bottiglia: se non lo avete già fatto correte in libreria e comprate “Un occidente prigioniero” (Adelphi, 12 euro). Le prime 35 pagine le potete anche saltare. Trattasi di una furbata editoriale che, per giustificare il prezzo, alla ciccia ha unito...