Le brutte parole

By on Ott 22, 2022 in Comunicazione, Contemporaneità

Vivo di parole. In senso letterale. Un tempo bastava dire copywriter, parola la cui pericolosa assonanza con copriwater mi ha convinto a presentarmi dicendo un più semplice: “buongiorno, sono quello che scrive”, mentre oggi è di rigore dichiararsi content creator. L’ho fatto anche io nel mio (inutile) profilo Linkedin che da quando esiste (nel senso da quando esisto io nel suo archivio) avrò fatturato 100 euro. Come se i contenuti potessero essere creati, “ma va là” come diceva l’avvocato Ghedini, perfido quanto bravo e pertanto perfidissimo. Fine della premessa Vivendo di parole, mi hanno molto colpito i nuovi nomi scelti dal nuovo governo per nominare in modo nuovo ministeri comunque vecchi. Non per le ragioni che, a torto o a ragione (più probabilmente la seconda) infiamma e indigna (indigna e infiamma) amici e conoscenti sui social e non. Ma per una singolare identità. “Destra e...

A spasso con Madeleine

By on Ott 20, 2022 in Contemporaneità

Da quando sono il badante di Madeleine passo molto tempo al parco Sempione, la destinazione naturale delle nostre passeggiate mattutine. Forse qualcuno immaginerà un’atmosfera di sereno vagabondare, per intenderci alla Robert Walser; spero di non deluderlo, non è così. Non solo il vagabondare di Walser è tutto fuorché sereno, ma avendo il nostro vagare un obiettivo preciso, contrariamente al suo il nostro non è affatto ozioso. L’obiettivo è il piacere di Madeleine. Poiché è generato dalla quantità di corse compiute nell’unità di tempo è misurabile con ragionevole precisione; in verità alle corse bisognerebbe conteggiare anche le lotte all’ultimissimo sangue che lasciano i contendenti ansimanti e soddisfatti a prescindere dagli esiti. Ai saggi giocatori non importa chi vince, quel che conta è divertirsi senza che nessuno si faccia male. Chi frequenta regolarmente il parco sa che si...

1979

By on Ott 18, 2022 in Contemporaneità

Ricordo molto bene il ritorno di Khomeini in Iran. Era il febbraio del ’79 all’aeroporto di Teheran lo attendeva una folla strabocchevole. Quello che pareva impossibile invece successe: un gruppo di preti dotati di disumano fanatismo quanto di straordinaria tenacia, riuscì nel giro di poche settimane a riportare l’orologio della Persia, una delle civiltà più antiche, una nazione grande cinque volte e mezza l’Italia, indietro di mille e quattrocento anni. Quaranta anni fa e pare sia passato un secolo; e pare che nonostante il sangue versato dalle donne persiane nulla possa mettere in discussione il potere dei preti disumani. (Inutile dire che, perfetto ignorante della realtà politica persiana qual sono, spero di essere smentito). Mi permetto di parlare di ciò che non so per la semplice ragione che l’orribile vicenda persiana serve per guardarci allo specchio; a ragionare di noi, dei...

Brianza felix

By on Ott 11, 2022 in Contemporaneità

Empowerment è una parola destinata a perseguitarmi a lungo. Ultimamente non fanno che chiedermi storie non solo di empowerment, ma pure di “empowerment italiano”. Come una pera sbirulina, di quelle stortignaccole che fanno impazzire il Carlin Petrini e crescono solo in Val Vattelapesca. Come se fosse facile scovare storie che narrino del “processo di crescita… basato sull’incremento dell’autostima, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l’individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale”. Storie che devono pure essere divertenti da leggere. Che se poi non le legge nessuno (il web ti conta anche i peli della narice destra) la tua autostima cala peggio del rublo e alla lunga ti levano l’incarico. E così, pensando a come posso empowermentarmi da me medesimo, mi è venuto in mente che saranno ormai...

I vecchioni di Stoccolma

By on Ott 7, 2022 in Letteratura

Come ogni anno nella stagione delle piogge, delle frane e degli smottamenti si celebrano i Premi Nobel. Come ogni anno le scelte destinate a far discutere riguardano i premi alla Letteratura e alla Pace, essendo le altre categorie (Economia, Fisica e Medicina) territorio impraticabile per i comuni mortali. Letteratura e Pace, come nocciola e pistacchio, non si negano quasi a nessuno. Perché tutti leggiamo, e tutti (o quasi) consideriamo la pace un valore assoluto. Sicché dopo il verdetto dei vecchioni di Stoccolma ci riteniamo in diritto di dire la nostra. Come parla il lettore sprovvisto della patente di critico e, soprattutto, di un’adeguata tribuna? Parla la lingua del consumo, la sola di cui dispone, aderendo alla proposta d’acquisto che il Premio come tutti i premi sottende; oppure si sottrae evitando di versare l’obolo indicato sul retro di copertina. Come si sceglie il Nobel per...