La minuscola parte

By on Nov 2, 2024 in Contemporaneità

“Noi crediamo di rappresentare i migliori valori al mondo, ma siamo pazzi a pensarlo. Solo una minuscola parte del mondo è interessata a questioni come il femminismo o i diritti gay”. Ho letto più volte questa frase con il dubbio di non aver compreso come si fa con le istruzioni dell’Ikea. Ma il risultato, proprio come le istruzioni dell’Ikea, non è cambiato. È quel che Hanif Kuresishi ha dichiarato nel corso dell’intervista rilasciata a Federica Manzon (“laLettura”, 27 ottobre 2024). La prima persona plurale a cui fa riferimento lo scrittore britannico nato da padre pakistano e madre inglese siamo noi, i fortunati abitanti del mondo occidentale. “Noi crediamo di rappresentare i migliori valori al mondo, ma siamo pazzi a pensarlo. Solo una minuscola parte del mondo è interessata a questioni come il femminismo o i diritti gay” sono due proposizioni. Una è legata indissolubilmente...

Strani scherzi

By on Ott 23, 2024 in Letteratura

    Ho l’abitudine di leggere più libri contemporaneamente. Passo da un argomento all’altro come un tempo a scuola, quando le materie si succedevano senza soluzione di continuità. È un metodo avvincente quanto pericoloso. Con l’avanzare dell’età è sempre più concreto il rischio di smarrire la struttura dimostrativa che sorregge la tesi (o le tesi) del saggio che stiamo leggendo. Cosa ricorderemo dopo una settimana, un mese, un anno, è un mistero della fede. Ci consola il fatto che di norma ogni libro, anche il più luminoso, contiene un’idea, al massimo due. Quell’idea è come un punto forte fissato per l’eternità sulla lavagna della nostra coscienza; purtroppo gli aspetti più straordinari e più squisiti di un trattato, di un saggio, di un testo scientifico, “andranno persi come lacrime nella pioggia”. Ricordiamo perfettamente il concetto alla base di “Mimesis”, il capolavoro...

La tempesta è perfetta

By on Ott 14, 2024 in Contemporaneità

La vicenda di Simone Lenzi, l’assessore di Livorno dimissionato per eccesso di ironia, mi ha fatto tornare in mente una storia di qualche mese fa. Stavo riunito con i miei clienti preferiti, persone aduse allo star nel mondo, quando a metà d’un discorso il più giovane dei presenti s’è ricordato di una promessa e mi ha mostrato le ultime foto della sua bimba. Immaginatevi una piccina strabella, acconciata in modo graziosissimo e fotografata con una sapienza che al confronto la povera Chiara Ferragni ci spiccia casa, come ormai dicono anche a Brembate di Sopra. Mentre ammiro la creatura, dal sen mi sfugge un commento sulla seconda più grande menzogna dell’umanità: “tutti i bambini sono belli”. Segue garbato imbarazzo dei miei ospiti. I quali, pur tuttavia, non possono esimersi dal sorridere quando rincaro la dote affermando che la ragione della loro oggettiva bruttezza deriva dalle...

La sindrome di Stoccolma

By on Ott 9, 2024 in Letteratura

Giovedì i vecchioni di Stoccolma assegnano il Nobel per la Letteratura. La scadenza la ricorda la rubrica di Emiliano Morreale pubblicata sul “Venerdì” del 4 ottobre. Morreale segnala un nome “poco noto, che da qualche anno circola tra i candidati ideali, che lo meriterebbe”. Trattasi di Gerald Murnane, australiano di anni 85. Di lui apprendo che scrive solo a macchina, non ha la tv e non si è mai mosso dal suo pur immenso paese perché non gli garba l’aereo. Non ho letto neppure una riga di Murnane, signore di cui ignoravo anche l’esistenza. Provo per lui un’istintiva simpatia: la sua faccia pare uscita da un film di Peckinpah. La convinta diffidenza nei confronti del trasporto aereo me lo fanno poi sentire “mio simile, mio fratello”. Ma di cosa stiamo parlando? La candidatura sostenuta da Morreale, buona o cattiva che sia, porta in primo piano una questione largamente irrisolta....

Hey Jhon

By on Ott 5, 2024 in Comunicazione, Contemporaneità

La buona notizia della settimana sono due. Maurizio Molinari non è più direttore di Repubblica; contestualmente John Elkann fa un passo di lato e si limiterà a fare l’azionista di riferimento. Molinari, lo ricordo per chi non è come me lettore epifanico dell’amata Rep, assunse la direzione nell’ormai lontanissimo aprile del 2020. Passato per le mani prima di Mariolone Calabresi (immediata conseguenza: perdita di Adriano Sofri) e poi in quelle di Carlo Verdelli, colpevole forse di aver confuso il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari con la Gazzetta dello Sport, il giornale faceva letteralmente schifo. Tra svarioni, refusi, notizie bucate e ondeggiamenti che al confronto il ponte del Titanic era più saldo della coda di una scimmia, la testata che aveva gloriosamente sorpassato il Corrierone perse nell’ordine autorevolezza, lettori, copie e (di conseguenza) quattrini. Questi ultimi in...