Logofobia

By on Mar 27, 2023 in Contemporaneità

Ci fu un tempo neanche tanto lontano in cui i più raffinati pensatori della sinistra ritenevano impossibile l’esercizio del pensiero senza l’ausilio di Heidegger. Non solo. Qualcuno trovava imprescindibile pure Carl Schmitt. Erano gli anni della grande confusione post-modernista, il trionfo di quel pensiero debole che solo pochi coraggiosi come Augusto Viano ebbero l’ardire di definire flebile. La tecnica – responsabile di ridurre l’uomo a mero funzionario – era il nemico comune, l’America il luogo mentale e fisico dove la tecnica si era totalmente impadronita dell’umano. (Davvero buffo riconoscere come le menti più raffinate della Germania nazista odiassero l’Unione Sovietica tanto quanto gli Stati Uniti d’America). Forse sarebbe più onesto affermare che la tra terza via di Clinton, le sperimentazioni blairiane e il crollo dell’Unione Sovietica, il “mondo della sinistra”...

So few

By on Mar 24, 2023 in Contemporaneità

Ieri mi ha scritto Jimmy Wales, il fondatore di Wikipedia. Non credo sia stato proprio lui (italiano ineccepibile, struttura ipotattica che neanche alla Holden intesa come scuola per imparare a fare “quelli che scrivono”) ma mi ha fatto piacere lo stesso. “Tu sei tra quei pochi e straordinari utenti che hanno donato e per questo voglio ringraziarti di cuore” ha detto Jimmy. Insomma, mi ha praticamente inserito nella lista degli happy few. Presuntuoso come sono, ho udito risuonare l’eco delle parole che il grande Winston Churchill pronunciò in uno dei suoi più famosi discorsi alla nazione: “Never in the field of human conflict was so much owed by so many to so few”. Il succo della lettera di Jimmy è che ogni anno circa il 2% di utenti di Wikipedia sceglie di sostenere il loro lavoro. Solo il due per cento. Una miseria, considerando la marea oceanica di copia-incolla scroccati da...

Con questa faccia da Straniero

By on Mar 22, 2023 in Contemporaneità

Faccio un giochino un po’ scemo con i miei nipoti. Posto sulla chat di famiglia le peggio cose musicali che la memoria mi aiuta a scovare. Per intenderci, dai “Venti chilometri al giorno” di Nicola Arigliano all’ultima canzoncella di Madame, buttando un occhio alla Cinquetti e un orecchio all’imarcescibile Berti. E’ un gioco educativo più di “Sapientino”. Insegno loro che nella Storia della Cultura di Tutti i Tempi e di Tutti i Paesi, ahinoi la costante è la cacca. Lo zabajone (variante: il cioccolato) è l’eccezione. L’altra sera trafficando sul cellu finisco per sbaglio su George Moustaki. Era il lontano (lontanissimo) 1969 quando inondò le radio private con il suo “Le métèque”, canzone non so se più furba o più autobiografica. Sono ignorante, oltre che smemorato come un cardellino meningitico; sicchè mi è parso di buon senso l’idea di gogolare al volo la traduzione. Il risultato...

Io vorrei… Non vorrei… Ma se vuoi

By on Mar 4, 2023 in Contemporaneità

Gli italiani vanno pazzi per gli anniversari. In questi giorni ne scadono addirittura due, gli 80 anni di Lucio Dalla e Lucio Battisti. (Forse non è elegante usare il verbo “scadere”, più adatto allo yogurt o ai codici otp della banca, eppure questo mi paiono: scadenze da programmare con cura, la stessa con cui si preparano in largo anticipo i coccodrilli degli importanti che hanno raggiunto una certa). A me degli anniversari non è mai fregato una mazza. Quand’ero giovane ed ero già in fissa con Mozart e il divino Marcel, mai mi sarei sognato di emulare Schroeder dei Peantus. Così come non riesco a sconvolgermi per la morte di un anzianissimo. Di solito gli anzianissimi hanno il vizio d’aver smesso da un pezzo di “essere ciò che erano stati”. Giusto per intenderci: Gino Paoli e la Vanoni a Sanremo, non sono uno spettacolo e neppure un’epifania. Sconvolgiamoci per i bambini morti...

Speranza contro Speranza

By on Feb 19, 2023 in Letteratura

Avevo promesso di non ricascarci. Invece sto leggendo “Speranza contro Speranza” di Nadezda Mandel’stam. Mi ero ripromesso di stare lontano dalla sofferenza: la contemplazione del dolore è masochismo in purezza quando non puoi in nessun modo alleviarlo; quando il crimine è stato commesso decine di anni fa. Una volta che ne hai contezza, conosciuti e compresi i fatti (Bulgakov diceva che i fatti sono la cosa più ostinata del mondo) e sei consapevole delle responsabilità, perché continuare ad avvoltolarsi nel dolore come l’insonne nelle lenzuola? Diciamo subito che la colpa è di Wlodek Goldkorn. Ci tengo a precisarlo perché le sue “raccomandazioni di lettura” hanno la consistenza di una prescrizione medica. “Il libro deve trovarsi da chi ne ha bisogno” afferma Osip Mandel’stam nel racconto della moglie Nadezda, e mi rendo conto che proprio di libri come questo si ha effettivamente...