Ci fu un tempo neanche tanto lontano in cui i più raffinati pensatori della sinistra ritenevano impossibile l’esercizio del pensiero senza l’ausilio di Heidegger. Non solo. Qualcuno trovava imprescindibile pure Carl Schmitt. Erano gli anni della grande confusione post-modernista, il trionfo di quel pensiero debole che solo pochi coraggiosi come Augusto Viano ebbero l’ardire di definire flebile. La tecnica – responsabile di ridurre l’uomo a mero funzionario – era il nemico comune, l’America il luogo mentale e fisico dove la tecnica si era totalmente impadronita dell’umano. (Davvero buffo riconoscere come le menti più raffinate della Germania nazista odiassero l’Unione Sovietica tanto quanto gli Stati Uniti d’America). Forse sarebbe più onesto affermare che la tra terza via di Clinton, le sperimentazioni blairiane e il crollo dell’Unione Sovietica, il “mondo della sinistra”...