Travolto dagli esiti – per altro assai facilmente prevedibili – della morte dell’Arcitaliano, in queste settimane mi sono sforzato di leggere anziché scrivere, impedendomi anche di commentare gli scritti altrui. Ma come sappiamo bene, come una ciliegia tira l’altra così un post (particolarmente quelli intelligenti) genera l’insostenibile prurito dell’indice destro, il più andicappato della val Padana nell’arte del pigiare la qwerty. Terminate le geremiadi in morte di Silvio, il solo vero Arcitaliano dal dopoguerra ad oggi (il povero Malaparte neanche gli spiccia l’ingresso di casa) taciute le ingiurie di coloro che, perduto il nemico ideale (“ladro, mafioso, corrotto, corruttore”) non sanno più a che avversario votarsi, speravo fosse possibile tornare ad occuparsi di comunicazione spicciola, di quella cosa che va sotto il nome di pubblicità ed è (da tempo) la (sola)...