Il tempo è galantuomo

By on Lug 15, 2023 in Letteratura

“Parole controtempo” è una collana de “Il Mulino”. Del progetto editoriale non c’è traccia sul sito e neppure in esergo ai volumi. Dopo averne letto “Progresso” di Aldo Schiavano, “Limite” di Remo Bodei e, ultimo ma non ultimo; “Capitalismo” di Alberto Mingardi, ho finalmente compreso che l’obiettivo oltremodo ambizioso della collana è andare oltre il cliché. Con buona pace di Martin Amis e della sua (imperdibile) “La guerra contro i cliché”, dobbiamo ammettere che contrariamente ai bias i cliché esistono in quanto funzionano; ovvero servono sia pure in modo superficiale a descrivere la realtà. (Esempi: al Polo Nord fa freddo; agli africani non servono le creme solari; i cinesi si assomigliano tutti; gli americani sono degli eterni fanciulloni ignorantelli). Ecco, la collana “Parole controtempo” nasce per scardinare il circuito mentale che ci conduce a sbattere contro i cliché senza...

Con quella faccia un po’ così

By on Lug 9, 2023 in Comunicazione

L’altra sera “RaiStoria” raccontava l’epopea di Ugo Gregoretti e Nanni Loy. Impossibile cambiare canale nonostante il marmoreo Aldo Grasso che col passare del tempo fatalmente assomiglia sempre più a sé stesso. Chi ha la mia età era piccino all’epoca di “Specchio segreto” il loro programma più famoso e più apprezzato; tuttavia per nostra fortuna mio padre ancora spendeva con liberalità gli ultimi spiccioli di anticonformismo trasmettendo a noi figli il gusto per l’intelligenza. Poi venne il ’68 e fu troppo anche per lui, ma questa è un’altra storia. Se avessi un nipote dell’età che avevo allora e mi chiedesse in cosa consisteva la genialità (ma sì, esageriamo) di Nanni Loy, risponderei semplicemente che con “Specchio Segreto” seppe trasformare “Candid Camera”, programma di puro intrattenimento americano, in un’indagine sociologica sull’animo degli italiani, sulle loro reazioni a...

Che ho a che fare io con gli schiavi?

By on Lug 4, 2023 in Filosofia

Immagino che ciascuno di noi conservi nel cassetto più riposto dell’anima una qualche antipatia sovrana. Un inconfessabile fastidio che si prova per un personaggio del mondo della cultura, dell’arte o dello spettacolo. Sentimento di cui ci si vergogna come del parente sboccato e indecoroso. Che ci ha fatto X di tanto grave? Perché Y ci esaspera anche solo intravedendone le fattezze in un’immagine di circostanza? Perché la voce di Z ci irrita inevitabilmente? Certo, è stridula come l’abbaio protratto di un cane maltesino; ma è il caso cotanta reazione? Mistero. Ci sovviene, certo, qualche piccolo a-b-c di psicoanalisi. Intuiamo che la ragione dell’avversione alberghi in noi come la repugnanza che taluni nutrono per gli insetti e per le bestie così dette schifose. Timore delle proprie parti “sporche”, avvertono i bigini. Va a saperlo. La mia vergognosa antipatia che mai avrei il coraggio...

Il viaggiator curioso.

By on Lug 1, 2023 in Letteratura

Tanto vale dirlo subito. L’acquisto oneroso di “Un secolo dentro l’altro” (Alfonso Belardinelli, Il Saggiatore) darà la stura una serie infinita di madeleine. Il volume, 1080 pagine rilegate in brossura, raccoglie articoli pubblicati tra il 1990 e il 2012. Leggerli oggi ha un effetto tra lo straniante e il dirompente. Afferma Belardinelli in esergo: “Ciò che troviamo e ci viene offerto in una mostra, in una libreria, in un concerto, non è cultura se non quando pronunciamo un giudizio compiendo delle scelte. Non c’è cultura se non c’è critica”. Ed è precisamente la sparizione della critica l’evento più clamoroso della nostra epoca. Senza critica non c’è distinzione. Processo di pensiero che viene assai prima della comprensione. Così, potrà persino accadere che Susanna Tamaro venga scambiata per Virginia Woolf, per dirne una (e non delle più gravi). Che effetto fa leggere...

Icone del nostro tempo

By on Giu 29, 2023 in Contemporaneità

E’ più forte di me. Leggo anche la carta del formaggiaro, figurarsi il pacco dei biscotti del Mulino Bianco. Stava lì sul tavolo della cucina, proprio dove deve stare un pacco di biscotti. Ho pensato subito al collega che ha avuto il coraggio di scriverlo quel testo. Alla faccia dell’account (esistono ancora gli account nelle agenzie?) e poi via via su per la “catena di comando e controllo”, come abbiamo imparato a dire sin dai tempi di Desert Storm, quando le notti magiche erano i lampi e i tuoni delle bombe su Bagdad. Immagino il Direttore Creativo: avrà distrattamente approvato; e il Cliente, che dopo lunga e sofferta riflessione, avrà apposto la sua sigla. (Nota: i Clienti riflettono sempre lungamente e dolorosamente). Il risultato (se riesco ad inserire la foto nel punto giusto) lo vedete qui sotto La frase incriminata non è “l’inzuppo perfetto”. E nemmeno “per chi ama inzuppare”....