Fateci caso, sino a qualche tempo fa il criterio “funziona /non funziona” godeva di un apprezzabile numero di seguaci. Oggi le argomentazioni degli italiani si basano sulle coppie “mi piace / non mi piace” e “bello vs. brutto”. Un film, un libro, un paio di scarpe sono “belli o brutti”. Ma anche un’architettura, un conduttore televisivo, un uomo (una donna) politico. Un tragitto il cui punto d’arrivo è il grado zero della complessità: la semplificazione è tale da non richiedere ulteriori sforzi argomentativi. E’ un dato di fatto: la categoria estetica domina la nostra epoca. Scrive Perniola nel suo “Estetica italiana contemporanea” (Bompiani, 2017, 12 euro) “Nella modernità, la dimensione estetica ha acquisito un rilievo di primissimo piano… focalizzando sulla bellezza, sull’arte, sullo spettacolo e sulla comunicazione interessi precedentemente orientati verso l’etica e la politica”....