Bello come

By on Set 18, 2023 in Filosofia

Fateci caso, sino a qualche tempo fa il criterio “funziona /non funziona” godeva di un apprezzabile numero di seguaci. Oggi le argomentazioni degli italiani si basano sulle coppie “mi piace / non mi piace” e “bello vs. brutto”. Un film, un libro, un paio di scarpe sono “belli o brutti”. Ma anche un’architettura, un conduttore televisivo, un uomo (una donna) politico. Un tragitto il cui punto d’arrivo è il grado zero della complessità: la semplificazione è tale da non richiedere ulteriori sforzi argomentativi. E’ un dato di fatto: la categoria estetica domina la nostra epoca. Scrive Perniola nel suo “Estetica italiana contemporanea” (Bompiani, 2017, 12 euro) “Nella modernità, la dimensione estetica ha acquisito un rilievo di primissimo piano… focalizzando sulla bellezza, sull’arte, sullo spettacolo e sulla comunicazione interessi precedentemente orientati verso l’etica e la politica”....

(Ancora) a proposito di marketing

By on Set 6, 2023 in Comunicazione

Mi è capitato recentemente di leggere, di nuovo come se fosse la prima volta, asserzioni tipo “i fondamentali del marketing non sono cambiati” immediatamente contraddette due righe dopo da un gesuitico “nell’era digitale è necessario ripensare le strategie di marketing”. Ci penso mentre obtorto collo mi avvio all’ingresso Ikea nella seconda missione compiuta nell’arco di 5 giorni pronunciando sottovoce le parole dell’eroico patriota Amatore Sciesa. Come tutti i boomer dotati di buon senso, nutro un’ormai consolidata antipatia nei confronti della catena svedese. Detesto il suo business model quanto la logica che governa il dedalo dei suoi spazi. Tuttavia è l’uso ideologico del costrutto concettuale che governa il suo posizionamento che mi da insopportabilmente sui nervi. Fateci caso, è dal lontano 1989 – quando le mamme erano ancora giovani e a Berlino i muri cadevano come le...

Silvio for ever

By on Ago 28, 2023 in Contemporaneità

Avevo 16 anni quando il ’68 scoppiò. Non ci capii granché. Di certo mi persi il meglio. La prima manifestazione a cui partecipai fu a favore di Alexandros Panagulis. Non avevo la più pallida idea di chi fosse. Sapevo solo che era in carcere e che in Grecia c’erano i fascisti. Motivo più che sufficiente per non andare a scuola. Poi, proprio quando iniziavo ad avere le idee un poco più chiare, il ’68 creativo e generativo cedette il posto alla stagione dell’odio. La bomba che esplose il 12 dicembre 1969 a Milano segnò la perdita dell’innocenza. Una premessa necessaria per chiarire che di quegli anni ho un ricordo distorto e confuso. Credo siamo in parecchi della mia generazione ad aver scambiato la lotta di classe con gli scazzi familiari: marxisti immaginari inconsapevoli di quasi tutto, escluso uno sconfinato desiderio di autonomia e libertà. Sono quindi grato al ’68, se non altro...

Balla Linda

By on Ago 26, 2023 in Comunicazione

Feria d’agosto 3 Si torna a casa in compagnia di Radio Bergamo musica anni ’60 e ’70. Praticamente una macchina del tempo. Ascoltandola s’imparano una quantità di cose. (Avremo modo di riparlarne nelle prossime madeleine). Passa “Il ballo del mattone” (Rita Pavone, 1961). Stupore per l’essenziale banalità del testo ripetuto per un tempo che mi pare infinito: Non essere geloso se con gli altri ballo il twist, Non essere furioso se con gli altri ballo il rock: Con te, con te, con te che sei la mia passione Io ballo il ballo del mattone.   Non provocar la lite se con gli altri ballo il twist, Non farmi le scenate se con gli altri ballo il rock: Con te, con te, con te che sei la mia passione Io ballo il ballo del mattone.   Lentamente, guancia a guancia, Io ti dico che ti amo Tu mi dici che son bella Dondolando, dondolando sulla stessa mattonella!   Non essere geloso se con gli altri ballo...

Permanenze

By on Ago 25, 2023 in Letteratura

Feria d’agosto 2. Ho tentato di ri-vedere “Un mercoledì da leoni” (Milius, 1978) e “Sogni d’oro” (Moretti, 1981). Il primo – a suo tempo mi aveva affascinato – mi è risultato più insopportabile delle cene di capodanno. Eppure è un racconto di formazione: melanconico addio alla giovinezza celebrato dal più inossidabile mito della cultura americana; contrariamente a ciò che molti credono non è la nuova frontiera e neppure il diventare americani, bensì l’amicizia maschile. Riguardo al film di Moretti, del quale mi guardo bene di esprimere qualsiasi critica per il timore perdere i miei pochi e preziosissimi lettori che curo come fragole di serra, dico solo che narrava le spaventose difficoltà che il regista affronta nell’esercizio della sua professione creativa; tema che, come tutti i cinefili sanno, è inedito sino a sfiorare l’inaudito. (S’è mai visto prima di “Sogni d’oro” un...