Lunedì primo gennaio Rai 3 ha trasmesso il docufilm “Io, noi e Gaber”. Mai amato Gaber. Sapevo però che il film era una cosa ben fatta e con quegli anni – i malefici Settanta – non ho ancora finito di fare i conti. C’è anche un’altra ragione che mi ha indotto a guardarlo, anche questa strettamente personale: “L’eroe che pensa”. In poche pagine, Alfonso Berardinelli riflette su situazioni problematiche quando “intelligenza e potere entrano in contrasto, rivelando la loro reciproca, radicale estraneità”. Non sono tanto le pur densissime pagine su Amleto e sul principe Bolkonskij ad avermi colpito, quanto la riflessione sul rapporto intercorso tra gli intellettuali italiani e il marxismo; in buona sostanza, la loro (la nostra) adesione ad un’idea di comunismo compiuta senza aver fatto i conti con il socialismo realizzato. “Io, noi e Gaber” è utile per chiunque abbia tempo e voglia di...