Eterogenesi dei fini

By on Giu 16, 2017 in Letteratura

E’ grazie a Wlodek Goldkorn, ad un suo post su fb, se ho letto “Contro il fanatismo”. La cornice era l’anniversario della guerra dei sei giorni e di come vinta la guerra sia così facile perdere la pace.

“Contro il fanatismo” (Amos Oz, Feltrinelli) è un piccolo libro che raccoglie tre letture tenute da Oz nel 2002 a Tubinga. “Come curare un fanatico?” si chiede l’autore. “Inseguire un pugno di fanatici su per le montagne dell’Afghanistan è una cosa. Lottare contro il fanatismo è un’altra. Completamente diversa. L’attuale crisi mondiale in Medio Oriente o in Israele/Palestina non discende dai valori dell’Islam. Non è da imputarsi, come dicono certi razzisti, alla mentalità araba. Assolutamente no. Ha invece a che fare con l’antica lotta fra fanatismo e pragmatismo. Fra fanatismo e pluralismo. Fra fanatismo e tolleranza”. (Inutile dire che il piccolo libro di Oz è scritto nella lingua dei narratori veri, chi lo conosce lo sa già, dove la riflessione saggistica, una delle anime di Oz, procede in perfetta sincronia con lo spunto novellistico, l’aforisma, il motto di spirito).

Eterogenesi dei fini. Credevo di scoprire qualcosa di più sul pianeta fanatismo, sui tagliagole dell’Afghanistan come quelli che s’annidano a Londonstan piuttosto che Parigi, ed in effetti qualcosa ho imparato. Ciò che non mi aspettavo e che invece si è palesato come un’epifania, è il ritratto del nostro comune e condiviso fanatismo. Il mio, il vostro, il nostro. Quella “rettitudine inflessibile” che si manifesta puntuale nel corso dei secoli e dei millenni che distingue il fanatico dall’uomo risolto e raziocinante. Rettitudine inflessibile che si sposa a tratti romantici (il fanatico è spesso un romantico avverte Oz) di uomini primi di fantasia, la dote necessaria per figurarsi mentalmente cosa accadrà “dopo”: dopo il grido, la minaccia, l’atto fanatico.

Fanatismo: dalla Palestina insanguinata agli animalisti che ribaltano gli stabulari; dall’Iraq alle rivendicazioni dei no-vax, al nostro mondo frammentato dove tre “io” non diventano mai neppure per sbaglio un “noi”.

Eterogenesi dei fini. Doveroso pensare anche e soprattutto a se stessi; ad esempio alla mia “rettitudine inflessibile” di fumatore redento che mi fa guardare con orrore misto a ribrezzo chiunque porti una cosa accesa alla bocca. Perché il fanatismo, come tutti gli altri maledetti ismi, sta come Alien nella nostra pancia.