Quel che sognano le donne

By on Mag 5, 2016 in Letteratura

Confesso di non aver mai letto Jane Eyre. Solo per l’insistenza della ex-corta che mi somiglia guardai insieme a lei un film tratto dal capolavoro (perché di capolavoro pare si tratti) di Charlotte Bronte. Nel film la protagonista era interpretata da un’attrice così insignificante e bruttina da non farmi raccapezzare all’idea che il ricco e affascinante Rochester finirà con sposarla. Naturalmente, e qui aveva ragione da vendere l’ex corta che mi somiglia, come al solito non avevo capito nulla. A mia scusante mettiamoci anche la modestia della pellicola in questione.

Ieri mi imbatto in un articolo a firma di Valentina Della Seta, una donna ovviamente, che a proposito di Jane Eyre dice: “La storia è pervasa da un fortissimo sottotesto erotico, con Jane che maneggia la miccia di una bomba di desiderio inesploso nei confronti dell’uomo da cui sogna di essere sessualmente dominata…”. Perbacco, che sia questo il motivo che fa di questo romanzo un cult apprezzato da tutte (sottolineo: tutte) le donne di valore che ho conosciuto nell’ormai mia considerevole vita?

Ovviamente “essere sessualmente dominata” è un’espressione che richiede una capacità di interpretazione evoluta se non addirittura superiore; ovvero doti di sensibilità e intelligenza emotiva che non sempre il maschio occidentale sembra possedere. La triste vicenda delle “Cinquanta sfumature di grigio” è in tal senso emblematica: modesta, se non modestissima, scrittura che ha dato adito a fremiti e frisson che neppure le sartine di fine secolo; alimentando così la stupidera maschile a proposito delle fantasie femminili.

Le donne (emotivamente sane) sognano forse di essere stuprate? Parrebbe proprio di sì. Ma, attenzione alle parole: di sogno, gioco, fantasia si tratta, tra l’altro messa in atto quando e se lo desiderano loro. Ma i maschi occidentali pare non comprendano appieno la differenza che corre tra fantasia e atto.

Jane Eyre – che per inciso continuo a non avere letto e con buona probabilità continuerò a non leggere – è un grande racconto perché mette potentemente in scena il desidero erotico senza necessariamente esplicitarlo? Probabilmente sì. E non esisterebbe quindi nessuna cesura, nessuna separazione, tra desiderio e amore romantico, l’uno sarebbe il presupposto dell’altro e viceversa. Più passa il tempo e più mi convinco che i sogni delle donne siano i più sani, oltrechè i più salvifichi. Fateci caso, c’è sempre spazio per la vita e assai poco per la morte.