Il bronzeo volto di Erri

By on Ott 19, 2015 in Comunicazione, Contemporaneità

Dovrei far altro. Anzi: devo far altro. Ma il maledetto multiprogram, o come diavolo si chiama la capacità dei computer di tener aperte finestre e programmi diversi dandoti l’impressione di operare simultaneamente, mi costringe a sbirciare costantemente i pur scadenti giornali on-line.

Come quello là, posso fingere di resistere a tutto fuorché alle tentazioni. Il discorso di Erri De Luca, ad esempio. Dovrei sbattermene: è stato assolto? Bene. Saranno contenti i cugini francesi, sempre convinti che in Italia si perseguitino gli innocenti progressisti (Piperno, Negri, Battisti, De Luca…). Forse un po’ meno la moglie di De Luca che, poveretta, magari sperava di toglierselo di torno per qualche settimana. (Avrà una moglie De Luca? Chessò). E’ contento lo scrittore Veronesi. Saranno contenti i sindaci delle valli e i manifestanti No TAV. E sono contento pure io, giustizia è fatta, sicchè da assolto la smetterà (forse) di fare il martirello.

Ma, c’è sempre un ma, mannaggia in queste storie. Il discorso, il discorso di De Luca. Tra le altre cose dice: “Sono incriminato per aver usato il verbo sabotare. Lo considero nobile e democratico perché pronunciato e praticato da valorose figure come Gandhi e Mandela..”. Gandhi e Mandela. Mandela Gandhi e pure il glorioso movimento operaio che scioperando sabota la produzione

Il primo combatteva contro l’occupazione coloniale degli inglesi. Il secondo stava in galera vittima dei governi razzisti e fascisti del Sud Africa pre-democratico. Il terzo lottava per campare e non aveva altre forme di lotta. Ma nè il primo, nè il secondo, nè soprattutto e tanto meno il terzo, ricorrevano alla violenza. La violenza, De Luca, la violenza: le molotov, i camion incendiati, i lanci di sassi e bastoni De Luca.

De Luca vive e lavora liberamente in un paese libero e democratico. Imperfetto, cialtrone e ladrone, ma libero e democratico. Talmente democratico che riconosce (e tutela) persino il diritto di parola dei sepolcri imbiancati. Il che trattandosi di un fine biblista come sostiene di essere il De Luca, è pure coerente.