Di cosa parliamo quando apriamo la chiusa dei denti? Perchè, sempre più spesso (nei dibattiti, discussioni, confronti pubblici) chi compete impiega invece della retorica classica la più nefasta delle sue varianti, vera arma di distrazione di massa, ovvero la retorica farlocca?
(Ho raccolto 24 tipologie di retorica taroccata. 24 esempi di come, sviando il discorso, si impedisce alla gente di capire i fatti, i problemi, le soluzioni e soprattutto le responsabilità. Un bel guaio, in democrazia…)
Prima di proporvi qualcuna tra le più gustose delle 24 varianti, in questa puntata trovate un esempio paradigmatico di retorica farlocca da convegno tratto da “Sta scherzando Mister Feynman!” (edizioni Zanichelli).
“Partecipava al convegno anche un sociologo, che aveva preparato e distribuito in anticipo la propria relazione. Cominciai a leggerla e sgranai gli occhi: non aveva né capo né coda. O forse così pareva a me, che non avevo letto nessun libro del famoso elenco. Provai una sgradevole sensazione di inferiorità, di inadeguatezza, finché mi decisi a farla finita. Avrei letto ogni frase lentamente e avrei cercato di decifrarla. Mi fermai, a caso, e affrontai con la massima concentrazione la frase successiva. Non la ricordo a memoria, ma era molto simile a: l’individuo in quanto membro della comunità sociale spesso riceve le informazioni attraverso canali simbolici visivi. La rilessi parecchie volte e la tradussi. Sapete cosa voleva dire? La gente legge. (…) Non avrei mai più partecipato a un convegno interdisciplinare.”
Richard Feynman è stato uno uno straordinario fisico teorico. Le sue equazioni e il suo diagramma inventato alla fine degli anni ’40 sono ancora oggi uno strumento fondamentale per lo studio della fisica quantistica. Oltre ad essere stato quello che si definisce un genio, Feyman era un uomo di spirito che così amava definirsi “Nobelist Physicist, teacher, storyteller, bongo player“.