Il “MeToo” del Procuratore

By on Mag 8, 2018 in Comunicazione, Contemporaneità

La notizia potrebbe far sorridere. Eric Schneiderman, il procuratore generale di New York, che sposò la causa del #MeToo e fece causa ad Harvey Weinstein citando pure la sua società per non aver tutelato le dipendenti, è a sua volta accusato di abusi sessuali. Lui nega: “Sono stati giochi di ruolo consenzienti”. Le signore, quattro, sostengono di essere state picchiate (pure ripetutamente). Senza il loro consenso, beninteso. Una di esse sostiene anche di essere stata minacciata di morte se avesse interrotto la relazione. Ma quanto tempo libero e quante energie questi americani, verrebbe da dire. Sto (lentamente) leggendo un libro mirabile di Steven Pinker, cervellone del MIT. Si intitola “Il declino della violenza”, Mondadori, una mappazza di 885 pagine note comprese che a dispetto della mole (pesantezza mezza saggezza?) pagina dopo pagina si rivela essere lettura straordinaria....

I forni tiepidi della terra dei cachi

By on Apr 30, 2018 in Contemporaneità

Il funerale fu celebrato il pomeriggio del 6 settembre 1997. Si contarono 3 milioni di persone per le strade di Londra. Trasmesso in diretta, fu seguito in tutto il mondo da oltre due miliardi di spettatori, “uno degli eventi televisivi più visti della storia”. In quei giorni pareva che la centenaria dinastia dei Sassonia-Coburgo-Gotha, nome mutato in Windsor dopo la prima guerra mondiale per stemperare la non più gradita origine tedesca, stesse per crollare. Sotto l’urto dei sentimenti espressi dal popolo inglese, parve vacillare persino la proverbiale fermezza della Regina, la cui freddezza manifestata in occasione della morte della nuora fu ritenuta un crimine. La “regina del popolo” – così si definì in una celebre intervista Diana Spencer, dava scacco matto alla regina dell’istituzione. Fine della monarchia in Gran Bretagna? Così parve a più di un commentatore travolto dallo...

Ite, missa est

By on Apr 27, 2018 in Contemporaneità

Rispondendo ad una domanda riguardo a tagli e sacrifici, Marco De Benedetti attuale presidente del gruppo editoriale GEDI, afferma: “Lei mi chiede se ne serviranno ancora e con onestà le rispondo di sì, sarà inevitabile. La crisi della carta stampata è cominciata dieci anni fa e non è terminata, la contrazione del mercato conserva una velocità superiore ai risultati economici che producono sia il giornale sia il digitale. Dobbiamo accompagnare questa transizione, non siamo lontani dal punto di svolta, ma credo che avremo ancora bisogno di qualche anno”. Interrogato sulla fiducia che nutre nei giornali di carta, dichiara di averne molta: “Non dò retta alle profezie che lo condannano. Naturalmente dovrà evolvere sempre di più, e ci sono già molti esempi nel mondo a cui guardare, dovrà diventare un prodotto più asciutto e di grande qualità giornalistica nell’informazione, nelle inchieste,...

Liberi di

By on Apr 18, 2018 in Contemporaneità

Vero, falso o, peggio, verosimile. E’ il tema di “Liberi di crederci” (W. Quattrociocchi, A. Vicini, Le Scienze) un agile quanto raccapricciante libretto che tratta di informazione, internet e post-verità; raccapricciante perchè pare non ci sia difesa né speranza alcuna; tralascio la spiega del perché e vado ai risultati: non servono accurati fact-checking né tantomeno defatiganti debunking. Chi è convinto della “sua” verità cotta e mangiata quotidianamente nell’echo-chamber in cui si è rinchiuso, non avrà dubbi. Che si tratti di conformazione del globo terraqueo, di sementi mutate geneticamente, di vaccini o di trasporti ferroviari, nessuno (o quasi) muterà idea. L’effetto della disintermediazione, un bel casino di suo, è moltiplicato dall’analfabetismo funzionale. La scala UE di comprensione di un testo va da 1 a 5. La brutta notizia è che l’adulto italiano si colloca al secondo...

#vitadiemme

By on Apr 8, 2018 in Contemporaneità

Come quasi sempre, è stato Luca. E’ lui il coagulo che, come un poderoso risucchio da tappo dal lavandino levato, miscela vorticosamente cose e persone; forse in questo caso vorticosamente è eccessivo, ma pazienza. E’ così che sono entrato nel mondo di #vitadiemme, la striscia esistenziale nata dalle inquietudini di Marco Troiano, speaker, autore e attore (per non parlar del resto). #vitadiemme è una clip di una ventina di secondi. Perfetta per essere vista sul portatile, il “device” come si dice ora più amato dagli italiani. Marco (che mi scappa sempre di chiamare “Troisi” invece di Troiano) compare su fondo nero con la sua faccia magra di migrante che non ha smesso di migrare nonostante sia arrivato da un pezzo. In rete, su faccia-libro e sul canale You-Tube ce ne dovrebbero essere ormai una trentina. Dategli un’occhiata. Sono storie di normale metropolitanità, la nostra. Il racconto...